tragedia sfiorata
Taranto, detenuto incendia suppellettili nella cella: 8 agenti intossicati
Il piromane di turno è stato un giovane recluso con problemi psichiatrici. A denunciare l'episodio è stato Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe
TARANTO - Un detenuto del Foggiano di circa 30 anni, con problemi psichiatrici, ieri sera ha «appiccato il fuoco alle suppellettili» della sua cella nel carcere di Taranto "bagnandole con olio utilizzato per la cucina».
A darne notizia è Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria). «Il fumo denso e velenoso - aggiunge - ha subito invaso la sezione», che ospita "circa una sessantina di detenuti che hanno incominciato a gridare e chiedere aiuto poiché non riuscivano più a respirare».
E’ intervenuto il personale «munito di maschere antigas», spiega Pilagatti, «per far uscire il detenuto dalla propria stanza e quindi domare il fuoco» e per «mettere in sicurezza tutti gli altri detenuti ristretti che incominciavano già a presentare sintomi di intossicamento da fumo»; al salvataggio «hanno partecipato il comandante di reparto e alcuni poliziotti fuori servizio».
L’episodio ha provocato «l'intossicazione di ben 8 agenti - riferisce ancora il sindacalista - che sono dovuti ricorrere alle cure dell’ospedale per aver inalato il fumo nocivo. Sempre nella stessa serata, altri due detenuti affetti da problemi psichiatrici hanno creato ulteriori problemi": uno «ha ridotto in pezzi le suppellettili della stanza in cui era ristretto, mentre un altro si è provocato tagli su tutto il corpo». Secondo il Sappe, «è vergognoso che a Taranto come in altri penitenziari pugliesi già in grave difficoltà per il grave sovraffollamento di detenuti e carenza di personale, si lascino circolare liberamente nelle sezioni detentive decine se non centinaia di detenuti con seri problemi psichiatrici».