Il processo

Traffico di droga dall'Albania a Taranto, in appello 14 condanne

Redazione online

Organizzazione fu sgominata da Gdf di Taranto nel 2016

TARANTO -  Si è chiuso con la conferma integrale di due condanne e la riduzione di pena per altri dodici imputati, dopo l’esclusione dell’aggravante della transnazionalità del traffico di droga, il processo d’appello scaturito dall’operazione antimafia denominata «Oceano», che culminò il 13 settembre 2016 nell’esecuzione di 18 misure cautelari. La Guardia di finanza di Taranto, coordinata dalla Dda di Lecce, sgominò un’organizzazione italo-albanese dedita allo spaccio di eroina, cocaina e marijuana. La Corte d’Appello di Lecce (presieduta dal giudice Carlo Errico) ha confermato la condanna a 6 anni e 8 mesi a carico di Cristian Montanaro e Alessandro Quarta.

Tra le principali condanne: Ervin Gerbaj 14 anni, 11 mesi e 20 giorni (15 anni e 8 mesi in primo grado); Marenglen Halka 9 anni, 4 mesi e 26 giorni (14 anni e 4 mesi anni in primo grado), che era considerato il capo promotore del sodalizio; Giuseppino Mero 7 anni, 3 mesi e 20 giorni (9 anni e 8 mesi); Marius Halka 4 anni, 11 mesi e 20 giorni; Alessandro Scalinci 4 anni e 9 mesi (8 anni); Hendri Kapllani 4 anni, 10 mesi e 10 giorni (7 anni e 10 mesi). Pena rideterminata da 6 anni e 10 mesi anni a 2 anni e un mese nei confronti di Davide Giovine, difeso dall’avv. Fabrizio Lamanna, che è stato assolto dal reato associativo e poi scarcerato. Il clan italo-albanese operava nel territorio salentino e jonico, in particolare nei comuni di Lecce, Gallipoli, Guagnano, Brindisi, Taranto, Massafra e Statte. L'operazione consentì di tracciare le nuove rotte del narcotraffico tra le due sponde dell’Adriatico: marijuana a quintali, ma anche eroina, cocaina e hascisc.

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