L'intesa con Mittal
Accordo Ilva, 2mila voti al referendum: giovedì il verdetto dei lavoratori
Le fabbriche che potrebbero riservare sorprese sono Taranto (dove lavorano a 10.500 operai e ne saranno assunti subito solo 8.200) e Genova-Cornigliano con i suoi 1.474 lavoratori
TARANTO - E’ iniziato il referendum dei lavoratori del gruppo Ilva sull'accordo siglato dai sindacati con ArcelorMittal. Le operazioni si concluderanno giovedì in serata. L’atmosfera sembra ottimista e i «Sì» dovrebbero vincere con larga misura.
Mentre al siderurgico di Taranto cominciavano le assemblea e si allestivano i seggi, il ministro Luigi Di Maio rassicurava i tarantini che speravano nella chiusura dell’Ilva, «Abbiamo ancora tantissimo da fare: Taranto ha un credito con tutta l'Italia e l’Europa» ha detto alla Camera. Credito che il presidente della Puglia Michele Emiliano cercherà di portare all’incasso al tavolo ambientale per Taranto previsto nei prossimi giorni. L’obiettivo di Emiliano resta sempre la decarbonizzazione: «io ritengo che sia giusto che la Regione Puglia pretenda anche da ArcelorMittal la competa decarbonizzazione dello stabilimento, visto che peraltro noi possiamo mettere a disposizione del gas ad un prezzo energeticamente identico a quello del carbone, quindi non c'è ragione di ammazzare la gente col carbone».
Nella giornata di oggi a Taranto hanno votato in circa 2.000 e si sono create code per l’affluenza massiccia. Domani comincerà Genova-Cornigliano. I lavoratori dello stabilimento Ilva di Racconigi, hanno votato ieri e si hanno già i risultati (87% favorevoli). Oggi, insieme a Taranto, lo ha fatto anche Marghera, domani Novi Ligure terminerà le assemblea e voterà.
Le fabbriche dalle quali potrebbe arrivare qualche sorpresa, soprattutto nelle assemblee, sono l’acciaieria di Taranto, dove lavorano a 10.500 operai e ne saranno assunti subito solo 8.200, e Genova-Cornigliano con i suoi 1.474 lavoratori. Per Genova ci saranno i tempi supplementari all’accordo siglato il 6 settembre con un tavolo da convocare entro il 30 di questo mese. La cifra di quelli che saranno assunti subito a Genova non è scritta, ma sarà individuata proprio al tavolo sull'accordo di programma. Qui l’obiettivo dei sindacati è di garantire l’assunzione a tutto l’organico effettivo. «Domani votiamo l’accordo e poi andiamo ai tempi supplementari» ha detto il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro.
«Capisco la rabbia dei tarantini ma Di Maio ha fatto il massimo vista la condizione data» è l’assist che lancia Alessandro Di Battista al suo capo politico mentre dall’ala più movimentista del fronte sindacale (e vicina ai 5 stelle) il segretario generale dell’Usb Sergio Bellavita ribadisce il successo ottenuto con l’accordo garantendo l’esito positivo e un "consenso alto». «E' il primo accordo dopo 20 anni dove i lavoratori non ci perdono nulla nel passaggio fra due società. I lavoratori dell’ex Lucchini hanno perso 300 euro col passaggio all’Aferpi di Rebrab» ricorda.
Giovedì si avranno i numeri ufficiali. Per ora i lavoratori di Taranto sono preoccupati, più che dall’uso o meno del carbone, dalla riduzione degli stipendi per chi resterà all’amministrazione straordinaria. Dei 10.500 attualmente in forze al siderurgico, ArcelorMittal ne assumerà 8.200, gli altri passeranno all’amministrazione straordinaria con una cassa integrazione al 70%. Gli altri numeri degli assunti subito sono scritti (tranne Genova) nero su bianco: 700 a Novi Ligure, 175 a Milano, 145 a Racconigi, 50 a Marghera, 40 a Paderno Dugnano e 30 a Legnano.