Terremoto

Scampati al sisma: famiglia tarantina in vacanza a Bali racconta l'incubo

Maristella Massari

La famiglia Magno, madre, padre e una bambina di 10 anni, tornerà a casa oggi

Una vacanza da sogno, a lungo agognata, si è trasformata in pochi istanti in un tremendo incubo.
Una famiglia di tarantini, padre, madre e la loro bimba di dieci anni, si trovava a Bali quando domenica un fortissimo terremoto ha colpito l’isola di Lombok. Stanno tutti bene, anche se sono molto provati psicologicamente da questa terribile esperienza. «Ho i nervi a pezzi - racconta Alessandra Fantastico, un’impiegata che con il marito Andrea Magno, avvocato, e la figlia Greta, erano in vacanza a Bali in Indonesia -. Era il mio peggior incubo perché sapevo che questa è una terra vulcanica soggetta a terremoti. Domenica siamo rimasti pietrificati dalla paura».
Raggiungiamo al telefono mamma Alessandra quando a Bali è notte fonda. «Siamo di nuovo tutti svegli perché poco fa una scossa di assestamento di magnitudo 5,1 ci ha letteralmente fatti sobbalzare dal letto».
L’esperienza vissuta, la pura, il panico negli occhi della figlioletta, sono ancora ferite aperte. «Domenica dopo aver trascorso qualche ora in albergo, ci siamo recati in un centro commerciale per comprare qualcosa per nostra figlia. mentre eravamo nel reparto abbigliamento bimbi, all’improvviso ho sentito urlare le commesse. Poi le ho viste correre come matte da una parte all’altra. Non ho capito niente lì per lì. Ho pensato che stessero scherzando tra di loro o qualcosa del genere».
La consapevolezza di quello che stava accadendo è arrivata presto. «Un istante dopo ho percepito che tutto intorno a noi ballava vistosamente. La terra ci tremava sotto i piedi. si faceva quasi fatica a restare in equilibrio. Io e mio marito abbiamo stretto forte Greta, ci siamo presi per mano e abbiamo cercato di capire dove fosse l’uscita. Mentre correvamo all’impazzata dagli scaffali ci cadeva tutto addosso. Mi ricordo solo che urlavo a mio marito: “Andrea prendi la bambina! È il terremoto!”. Mi ricordo solo che Andrea ci ha strette forte a sé mentre la gente ci correva intorno come se fosse impazzita. Una dipendente del centro commerciale ci ha spinti fuori e ci siamo ritrovati all’aperto senza nemmeno sapere come. Avevamo i sandali e sul marmo non riuscivamo a correre. Un signore è caduto davanti a me e io non l’ho aiutato. È tremendo quello che ti succede in quei momenti. Non pensi a nulla. Solo a salvare te stessa e i tuoi cari».
«Tornati in albergo abbiamo ricevuto le indicazioni sugli tsunami, che qui sono all’ordine del giorno. Non vediamo l’ora di tornare a casa. Domani (oggi per chi legge, ndr) abbiamo un aereo che ci porterà via di qui».

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