La vendita dello stabilimento
I sindacati: Mittal salvaguardi i posti lavoro all'Ilva
Chiesto un incontro alle istituzioni, dal 9 si deciderà la mobilitazione
TARANTO - «Per riprendere il dialogo è necessaria una radicale modifica dell’impostazione da parte di Mittal in materia di organici e salari». E’ la posizione assunta dal consiglio di fabbrica di Fim, Fiom, Uilm e Usb che si è riunito oggi nello stabilimento Ilva di Taranto dopo la conferma degli esuberi e la sospensione della trattativa sindacale. "Tutti i lavoratori - sottolineano Fim, Fiom, Uilm e Usb - siano assunti alle stesse condizioni economiche e normative».
Il colosso franco-indiano (controllante di Am InvestCo Italy, la newco candidata ad acquisire l’Ilva) ha ribadito la volontà di partire da 10mila lavoratori per arrivare a 8.480 nel 2023, mentre le organizzazioni sindacali pretendono che l’occupazione sia garantita a tutti i 14mila dipendenti. «Piano ambientale e piano industriale - sottolineano Fim, Fiom, Uilm e Usb - devono garantire un reale processo di risanamento ambientale e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali».
Il Consiglio di fabbrica chiede «che ai lavoratori delle ditte in appalto siano date garanzie perché non può essere dispersa la loro professionalità e già da oggi chiediamo un incontro a Ilva in Amministrazione straordinaria per discutere di pagamenti e piano lavori delle aziende. Chiediamo - è detto nel verbale sottoscritto in maniera congiunta - un incontro per il prossimo sabato 5 maggio a tutti i rappresentanti politici locali e delle istituzioni, a tutti i livelli, di tutti gli schieramenti, perché ognuno faccia la propria parte in maniera concreta per il bene del territorio».
Da mercoledì 9 maggio seguiranno le assemblee con i lavoratori «a valle delle quali - concludono le organizzazioni sindacali - saranno stabilite le iniziative di mobilitazione. Ribadiamo con forza al Governo e a Mittal che il loro contratto non è la nostra trattativa».