enogastronomia

A Grottaglie un nuovo percorso di Slow Food

Raffaela Capriglia

I tour serali slow food partiti dalla masseria Angiulli Grande per conoscere il vino e la sua scienza

GROTTAGLIE - Con la visita alla masseria Angiulli Grande di Grottaglie, nelle Tenute Motolese, Slow Food Grottaglie Vigne e Ceramiche inaugura un nuovo percorso di tour serali con i soci denominato “Wine at sunset”, per far conoscere le varie fasi che partono dall’impianto della vite sino alla produzione del vino. «Abbiamo percorso i sentieri che ci hanno portato nei filari dell’azienda Tenute Motolese, ammirando un panorama di vitigni e uliveti, per poi dirigerci all’intero della cantina e nella barricaia», dichiara il fiduciario della condotta Slow Food Grottaglie Franco Peluso. «Abbiamo condiviso con il nostro socio e proprietario della masseria, Nicola Motolese, alcuni dei sani principi che costituiscono le fondamenta di Slow Food, che ambisce a diffondere la filosofia della salvaguardia della biodiversità, tutelando e facendo conoscere le realtà vitivinicole del territorio». La degustazione dei vini è stato sia un momento di socialità che un percorso nelle fasi del ciclo di produzione, grazie al racconto fatto dall’enologo Leonardo Palumbo.

«I colori del tramonto e della vallata circostante hanno dato maggior valore alle bellezze della masseria e hanno affascinato i partecipanti, tanto da richiedere un nuovo appuntamento nella fase della vendemmia, coniugando i vini del territorio con le sue bellezze paesaggistiche», conclude Peluso. Per Nicola Motolese, titolare di Tenute Motolese, «è stato un piacere ospitare la delegazione di Slow Food, abbiamo potuto fare vedere tutte le fasi della produzione, dal vigneto, alla cantina, alla barricaia, dove avviene l’invecchiamento del vino; poi, un assaggio dei vini in abbinamento e la degustazione finale dei prodotti: primitivo, negroamaro, fiano e rosato di negroamaro».

C’è stato anche l’assaggio dell’olio, inserito nella guida on line di Slow Food. Motolese spiega che «si tratta di prodotti autoctoni. E’ una piccola produzione di qualità. La nostra particolarità - dichiara - è che tutta la filiera è concentrata nel luogo di produzione, con una raccolta manuale delle uve, pressature soffici, un impatto zero da un punto di vista dei trasporti, lavorazioni artigianali. C’è inoltre un capannone con pannelli fotovoltaici: tutta l’energia necessaria è autoprodotta, per una filiera sostenibile, perché non fa uso di energia esterna».

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