Il processo

Discarica nell'Ilva la versione dell'Arpa

Nuova udienza oggi a Taranto del processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva, che vede alla sbarra 47 imputati (44 persone fisiche e tre società). Tra i testimoni ascoltati in aula c'era la dottoressa Maria Spartera, direttore del Dipartimento di Taranto dell’Arpa Puglia, che ha riferito sul regime di autorizzazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti nello stabilimento siderurgico. Dalla testimonianza è emerso che l’Arpa non si è potuta occupare della Mater Gratiae e delle altre discariche del Siderurgico perchè non erano soggette all’Aia.
Le difese degli imputati, nel corso del controesame, hanno affrontato la tematica relativa alle emissioni dell’inceneritore di rifiuti speciali pericolosi (ospedalieri), gestito dalla Ecologica Tarantina srl, sostenendo che si tratta di «una delle più importanti fonti emissive del territorio tarantino rimasta, tuttavia, completamente estranea a qualsiasi tipo di indagine».
I legali del gruppo Riva, in una nota, sottolineano che le dichiarazioni della teste hanno «confermato la fondatezza dei rilievi difensivi in merito alla circostanza che i periti, e più in generale tutte le indagini svolte, hanno ingiustificatamente trascurato ogni tipo di verifica in ordine al contributo emissivo dell’inceneritore di rifiuti ospedalieri che, per anni, ha operato, proprio a ridosso del quartiere Tamburi, senza filtrare in alcun modo le emissioni. E’ incredibile che dalla denuncia dell’Arpa non sia sorto alcun procedimento penale e che la notizia di reato non risulti iscritta nel registro». Sempre oggi sono stati ascoltati l’ex segretaria provinciale della Cisl di Taranto, Daniela Fumarola, e due dirigenti della Provincia. La prossima udienza è fissata per il 17 aprile.

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