La storia

Donne vittime della tratta assunte in un locale di Bari: titolare premiato dall’Onu

Carmen Palma

Le rifugiate nigeriane Joy Felix e Joy Uwalaka lavorano accanto a colleghi argentini, cileni, brasiliani e italiani

BARI - Hanno lo stesso nome, Joy, le due donne nigeriane assunte da Fabio Mastrandrea nelle cucine di MastroCiccio. Due donne vittime di tratta, arrivate nel locale su Corso Vittorio Emanuele grazie al progetto «Welcome working for refugee integration» dell’Unhcr, l’Agenzia ONU per i Rifugiati. Così la Mastro Ciccio Srl è tra i 167 premiati dalle Nazioni Unite per «la creazione di una società inclusiva», accanto ad altre 8 realtà imprenditoriali pugliesi e a colossi come Amazon, Nespresso e Ikea. Da sette anni, infatti, l’Agenzia per i Rifugiati riconosce le aziende che si impegnano nella costruzione di una società più equa e sensibile nei confronti di chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese, prevenendo e combattendo sentimenti di xenofobia e razzismo.

Da un anno e mezzo Joy Felix e Joy Uwalaka sono assunte stabilmente da Mastro Ciccio accanto a lavoratori argentini, cileni, brasiliani e italiani, grazie all’intermediazione del consorzio Mestieri Puglia: «Sono stati loro - racconta Mastrandrea - a proporci di assumere queste due donne aderendo all’iniziativa dell’Onu. Vogliamo dare il nostro contributo per un mondo migliore, offrendo opportunità di lavoro non solo a soggetti svantaggiati per la loro inclusione sociale, ma a tutte le persone che aspirano ad un progetto ambizioso e concreto di portare in alto la filiera Mordi La Puglia» (un movimento, quest’ultimo, che si propone di dare rappresentanza alle imprese e alle produzioni dei pugliesi, ndr).

Anche l’agenzia del lavoro Mestieri Puglia, il cui obiettivo è proprio quello di favorire l’occupazione perseguendo la cooperazione sociale, ha ricevuto il riconoscimento delle Nazioni Unite nella serata che si è tenuta a Roma, il 26 giugno.

«Per noi - continua Mastrandrea - è importante valorizzare la specializzazione dei lavoratori, ma soprattutto valorizzare il loro background culturale per arricchirci». Un continuo scambio che non è soltanto economico, ma soggettivo, perché «ognuno dei lavoratori, da diverse parti del mondo, porta qualcosa qui del suo vissuto». E così, racconta, grazie a loro hanno imparato a cucinare il cous cous in maniera autentica. «Loro ci aiutano tantissimo come addette cucina e lavapiatti. Il progetto iniziale prevedeva per loro un part time, adesso sono con noi full time e regolarizzate. In futuro è nostra intenzione offrire loro un contratto indeterminato».

Anche l’aumento di quote rosa ha giocato a favore di Mastro Ciccio nel riconoscimento da parte dell’Unhcr. Su scala nazionale, tutto il progetto Welcome ha visto un incremento significativo della percentuale di donne inserite, che salgono dal 10% del 2021 al 18%. In totale, nel mercato del lavoro sono stati inseriti quasi 9.300 rifugiati. E proprio la Nigeria si conferma il loro Paese di provenienza prevalente, insieme al Pakistan, mentre sono stati circa 400 i rifugiati ucraini inseriti.

Nella prima edizione del 2017 furono 67 le candidature al premio; nel 2022 sono state 185. Delle vincitrici, il 21% sono piccole imprese. Su 17 regioni italiane coinvolte (erano 13 nel 2021), la Puglia ha registrato il secondo miglior risultato al Sud. Prima di lei la Sicilia, con 13 imprese premiate dalle Nazioni Unite.

Privacy Policy Cookie Policy