Animali in famiglia

La sterilizzazione del nostro micio

Marco Smaldone

I gattini, crescendo già dopo il quinto-sesto mese di vita, possono raggiungere la maturità sessuale

I gattini, crescendo già dopo il quinto-sesto mese di vita, possono raggiungere la maturità sessuale. Sia i maschi che le femmine presentano problemi comportamentali direttamente collegati all’azione degli ormoni sessuali che spesso disturbano la tranquilla convivenza. Infatti, le femmine durante i giorni di estro emettono di continuo strani miagolii. Sia di giorno che di notte, tanto da arrecare disturbo non solo nella piacevole convivenza con i loro padroni, ma sicuramente quell’angosciante miagolio che spesso è continuo anche di notte, quasi sempre provoca disturbo della quiete pubblica, scatenando spesso energiche proteste dei vicini coinquilini e a volte anche dell’intero stabile. I maschi invece arrecano un altro tipo di disagio da non sottovalutare, quando vivono in casa, sempre indotto dall’impulso sessuale: marcano il territorio con piccoli spruzzi di urina, disseminati in ogni stanza, che poi fermentando sviluppano un cattivo odore, lezzo, che rendono l’ambiente invivibile. Comportamento che è tipico di ogni maschio sia che viva in casa che quando faccia vita randagia. Comincia da quando si raggiunge la maturità sessuale e può essere interrotto solo con la castrazione.

A tutto questo una mia risposta è d’obbligo. Perché molti padroni di gatti di frequente chiedono come comportarsi per non farli soffrire e se sia opportuno sterilizzarli, oppure no. La mia prima risposta è ovviamente «no», ma solo se si pronti ad avere delle cucciolate. Sterilizzarli, invece, è sicuramente la cosa migliore se non si ha in programma di farli riprodurre. Questo, per una duplice ragione: primo per una tranquilla convivenza con i nostri gatti di casa, e poi per fare una efficace prevenzione contro quelle possibili gravi malattie come il tumore mammario, la piometra, il tumore ovarico ed altro, patologie queste, quasi sempre mortali. Mali che, con frequenza, insorgono nelle femmine non sterilizzate e che non si sono mai accoppiate.

Quindi, alla luce di quanto appena detto, far eseguire l’intervento di sterilizzazione sia ai maschi che alle femmine è assolutamente necessario, poiché anche salvavita. È importante che l’intervento venga praticato precocemente, al massimo subito dopo il primo calore. Ma, come già detto, anche un po’ prima: a cominciare dai 7/ 8 mesi e fino ai 12 che è il periodo ideale. Perché se fatto dopo diversi cicli estrali per le femmine, quella prevenzione dalle temutissime malattie di dipendenza ormonale non ha più validità.

Adesso vediamo in cosa consiste l’intervento chirurgico, di esclusiva competenza del medico veterinario e viene eseguito in anestesia generale. È relativamente semplice per il maschio in quanto poco invasivo, mentre non è altrettanto semplice per la femmina perché comporta l’apertura dell’addome.

Vediamo in cosa consiste e come si procede. Dopo una meticolosa preparazione del campo operatorio che prevede la tricotomia, ovvero la tosatura del pelo nell’area dell’intervento, ed un’ accurata disinfettazione del campo operatorio il chirurgico può procedere con l’intervento.

Ci soffermiamo prima sulla sterilizzazione del maschio, che tecnicamente consiste nella rimozione dei testicoli, denominato anche orchiectomia, che prevede un’incisione della borsa scrotale attraverso la quale il veterinario accede ai testicoli per poterli rimuovere, per poi completare l’intervento con la chiusura della ferita tramite l’applicazione di punti di sutura, solitamente del tipo riassorbibile (questo, per evitare che dopo il gatto debba ritornare dal veterinario per la rimozione dei punti).

Per la femmina la procedura è più o meno uguale con una sostanziale differenza che bisogna procedere all’apertura del cavo addominale per poter enucleare le ovaie (ovariectomia). E per quanto mi riguarda di solito contestualmente procedo anche alla concomitante rimozione dell’utero (questo tipo di intervento è denominato ovarioisterectomia).

Concludendo, ho due raccomandazioni importanti: quando si decide di rinunciare all’intervento, è buona norma non fare uscire il gatto da casa, poiché andando alla ricerca del partner può incorrere in seri pericoli ambientali, anche mortali. Questa rinuncia vale anche per il balcone di casa, perché pur di raggiungere il proprio obiettivo, spesso i gatti si lanciano nel vuoto, riportando severe lesioni, a volte rimettendoci la vita.

La seconda raccomandazione riguarda i soggetti sterilizzati ai quali è buona norma ridurre la quantità di cibo del 30% poiché tendono ad ingrassare, dato che il metabolismo rallenta e di conseguenza diminuisce il proprio fabbisogno energetico.

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