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De Canio: avanti, Lecce con attenzione e intensità

Antonio Calò

Sulla panchina del Lecce, Gigi De Canio ha vinto, tra l'altro, un torneo di B (nel 2009/10). Su quella dell’Udinese, invece, ha esordito in massima serie

LECCE  - Sulla panchina del Lecce, Gigi De Canio ha vinto un torneo di B (nel 2009/10), ha centrato una salvezza in A (nel 2010/11) ed è retrocesso tra i cadetti (ma dopo essere subentrato a Mario Beretta il 9 marzo 2009, quindi col campionato agli sgoccioli, nel 2009/10). Su quella dell’Udinese, invece, ha esordito in massima serie (nel 1999/2000), ottenendo un eccellente ottavo posto, è stato esonerato (nel 2000/2001) e, in seguito (nel 2015/16), ha guidato i bianconeri alla permanenza con un turno d’anticipo, assumendone la conduzione tecnica in corsa (il 14 marzo 2016, prendendo il posto di Stefano Colantuono). Il trainer di Matera conosce quindi molto bene le due «piazze» che si troveranno di fronte venerdì (ore 20.45) al «Via del Mare».

«Le due formazioni stanno vivendo un buon momento - sottolinea De Canio -. Il Lecce ha inanellato il colpaccio di Parma ed i pareggi con Bologna e Monza. I salentini hanno raggranellato 5 punti, grazie ai quali si sono portati a +5 sulla zona rossa. L’Udinese, nelle ultime tre giornate, ha superato il Venezia, impattato a Napoli e battuto l’Empoli, conquistando 7 lunghezze su 9, consolidandosi a metà classifica. Insomma, è lecito aspettarsi una sfida molto tirata».

Ad avere più bisogno di punti è la compagine di casa: «Baschirotto e compagni tenteranno di imporsi, ma dovranno stare bene all’erta perché l’undici friulano è pericolosissimo, soprattutto se ha degli spazi a propria disposizione. Ai giallorossi servirà una prova fatta di attenzione e di intensità, anche perché i loro rivali, considerata la posizione che occupano in graduatoria, avranno meno pressioni e questo è un aspetto che potrebbe rendere meno difficile il loro compito. Da doppio ex, legato da profondo affetto ad entrambe le “piazze”, mi farebbe piacere se la gara terminasse con un pareggio che, tutto sommato, potrebbe essere utile ad entrambi i complessi, che compirebbero un piccolo passo in avanti verso i loro obiettivi».

De Canio si sofferma sulle caratteristiche delle due squadre: «Con Giampaolo, il Lecce ha trovato una identità ben precisa, ha standardizzato il proprio modo di stare in campo, gioca in base a “concetti” chiari, lineari. I calciatori si riconoscono in quello che il tecnico chiede loro ed hanno maggiore sicurezza. Tutto ciò è positivo, ancor più perché il gruppo è giovane ed è composto da ragazzi di tante nazionalità, con esperienze differenti alle spalle. L’Udinese è molto forte fisicamente. Runjaic è stato bravo a dare la propria impronta, rispettando le caratteristiche degli uomini che ha a disposizione. I bianconeri si esprimono bene e si fanno apprezzare sia in fase di possesso che di non possesso».

Secondo l’ex allenatore di Lecce ed Udinese, nelle file friulane c’è un calciatore che in questo momento merita di essere tenuto d’occhio più degli altri: «È Thauvin, che oramai ha trovato la sua dimensione nel calcio italiano ed ha raggiunto standard di rilievo. Tra l’altro, è difficile da inquadrare perché svaria molto ed ha qualità. A questo si aggiunga che, da quando è stato responsabilizzato dalla fascia di capitano, garantisce un buon apporto anche in ripiegamento. Un altro elemento cresciuto tanto è Lucca, che ha grande fisicità ed ha un rendimento regolare. Anche il Lecce, dal canto suo, può contare su alcune individualità di spicco, ma venerdì saranno fondamentali l’organizzazione tattica e la pazienza nell’interpretare il match, oltre all’attenzione e all’intensità. L’errore più grave che i salentini potrebbero commettere è quello di farsi prendere dalla foga di andare in rete. La spinta del pubblico amico dovrà dare la carica, non indurre ad essere frenetici».

Il trainer materano ritiene che tra i due sodalizi ci sia una similitudine: «Hanno scelto un proprio modo di fare calcio e lo portano avanti con la massima coerenza, senza mutare rotta nei momenti nei quali le cose non girano per il verso giusto. È importante sapere tenere sempre la barra dritta».

Chiediamo a De Canio un parallelo tra le due “piazze”: «Quando sono approdato a Udine, la società friulana si era già stabilizzata in A e aveva idee chiare e strutture. La stessa organizzazione l’ho trovata a Lecce, ma in un contesto differente perché i giallorossi alternavano avventure in massima serie ad altre tra i cadetti e non disponevano di strutture. Ho appreso che l’attuale proprietà si sta dotando di un centro sportivo e ritengo che questo sia uno sviluppo molto importante anche perché aiuterà ad accrescere il senso di appartenenza dei calciatori».

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