Il reportage
La Francia celebra Umtiti, idolo del Lecce, e il Salento che l'ha rigenerato
In un reportage dell’Équipe i «segreti» della rinascita del difensore campione del mondo che ritornerà al Barcellona
LECCE - «Lu mare, lu sule, lu ientu, lu Samu». È la chiosa finale del reportage che L'Équipe, il principale quotidiano sportivo francese e uno dei più prestigiosi al mondo, dedica a Samuel Umtiti e alla sua rinascita nel Lecce.
«Et l’Italie sauva “Samu”», «E l’Italia salvò Samu» è il titolo del servizio firmato dal corrispondente dall’Italia Valentin Pauluzzi, arrivato nel Salento per scoprire i «segreti» della rigenerazione del difensore campione del Mondo nel 2018.
Un reportage ricco di testimonianze. A partire da quella del presidente Saverio Sticchi Damiani, che quando il direttore Pantaleo Corvino, che aveva tenuto nascosto a tutti la «bomba» di mercato, gli comunicò l’ingaggio di Umtiti chiese stupito se era un omonimo del campione che aveva vinto tutto con la Francia e con il Barcellona.
Poi quella di mister Marco Baroni, che esalta soprattutto le qualità umane di Umtiti e la sua capacità di calarsi in una realtà ben diversa dal calcio delle star che aveva conosciuto e di combattere per il traguardo salvezza. L’umanità di un campione che risalta anche dalle parole del connazionale Alexis Blin.
Ma questo aspetto non fa certo passare in secondo piano il valore del calciatore. Ricordato dal tifoso-avvocato Pinuccio Milli: «Umtiti non è soltanto il più forte difensore che abbiamo visto qui, è il migliore giocatore della storia del Lecce». Lo dicono anche i numeri, ricorda il servizio di Paulizzi: non è un caso se la difesa del Lecce è stata tra le migliori della serie A e (come pochissime grandi squadre europee) non ha mai subito più di due gol in una partita a eccezione dell’ultima, quando il Bologna ha siglato il 2-3 al 96’.
Ma il reportage mette in risalto anche il ruolo giocato dal Salento nella rinascita di Umtiti, reduce da stagioni deludenti al Barcellona. La sua scelta di vivere in una masseria, fra mare e campagna, tra la brezza di Adriatico e Ionio. L’affetto della gente del Salento. E dei tifosi giallorossi che, una volta capito il valore del calciatore e dell’uomo, lo hanno eletto a idolo indiscusso, con l’intero stadio a scandire il suo nome dopo che per decenni al Via del Mare non si era sentito un coro per un singolo giocatore.
Così società, allenatore, compagni di squadra e, non ultima, la magia del Salento hanno fatto rinascere un campione. Umtiti ha lasciato Lecce in lacrime (è rientrato per fine prestito al Barcellona con cui ha un contratto fino al 2026). In lacrime come quando atterrò per la prima volta all’aeroporto di Brindisi e si commosse per l’accoglienza dei tifosi giallorossi.
Ora, Umtiti è di nuovo pronto per i più grandi palcoscenici del calcio europeo, ma non dimenticherà facilmente il Salento. Né il Salento potrà dimenticarlo. Il presidente Sticchi Damiani lo ha salutato così: «Gli ho detto che tra qualche anno si parlerà del grande Lecce di Umtiti».