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Con «Carosello» la società italiana cambiò volto

Alessandro Salvatore

Carosello in Love è così un film sulla nascita della televisione ma anche una riflessione sul lavoro creativo, sui sogni e sulle contraddizioni di un’Italia che, davanti allo schermo, ha iniziato a riconoscersi come comunità

È il 1957 quando la tv entra nelle case italiane. Tra i programmi destinati a lasciare un segno profondo c’è «Carosello», la trasmissione che più di ogni altra contribuirà a costruire un nuovo linguaggio culturale. Da questo passaggio storico prende forma Carosello in Love, pellicola che debutta in prima visione streaming oggi su Netflix. Diretta da Jacopo Bonvicini e scritto da Simona Coppini e Armando Festa, la pellicola intreccia il racconto privato con quello pubblico, usando «Carosello» come simbolo di un Paese in trasformazione. La produzione, firmata da Groenlandia in collaborazione con Rai Fiction, punta a restituire l’atmosfera di un’epoca sospesa tra ingenuità e ambizione, senza indulgere nella nostalgia fine a se stessa.

Protagonisti del film sono Ludovica Martino e Giacomo Giorgio. Lei interpreta Laura Ceccarelli, giovane determinata che riesce a entrare in Rai grazie a un concorso, sfidando convenzioni sociali e familiari. Lui è Mario De Angelis, regista talentuoso e disilluso, convinto che «Carosello» sia solo una tappa provvisoria verso il cinema d’autore. Il loro rapporto, fatto di attrazione e conflitti, attraversa vent’anni di storia italiana, accompagnando l’evoluzione del mezzo televisivo e dei costumi. Attorno a loro si muove un cast corale che restituisce il fermento creativo degli studi Rai. Carosello in Love è così un film sulla nascita della televisione come esperienza condivisa, ma anche una riflessione sul lavoro creativo, sui sogni e sulle contraddizioni di un’Italia che, davanti allo schermo, ha iniziato a riconoscersi come comunità.

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