Netflix
Un missile nucleare e diciannove minuti per salvare il mondo
A House of Dynamite approda oggi su Netflix, riportando Kathryn Bigelow al centro della scena internazionale otto anni dopo Detroit. Prodotto da Netflix con First Light, Prologue Entertainment e Kingsgate Films, il film riprende i temi cari alla regista californiana: il potere, la paura e la fragilità delle scelte umane di fronte alla guerra. Scritto da Noah Oppenheim e fotografato da Barry Ackroyd, il racconto si apre con un’allerta: un missile nucleare, lanciato da una fonte ignota, punta verso gli Stati Uniti. In meno di venti minuti, il mondo rischia l’apocalisse e la politica si fa dramma da camera, tra codici d’attacco, ordini contraddittori e l’incertezza di chi, nel buio, deve decidere per tutti.
Idris Elba interpreta il presidente degli Stati Uniti, un uomo intrappolato tra l’etica e la necessità di reagire, mentre Rebecca Ferguson veste i panni della capitano Olivia Walker, voce lucida e disperata della ragione militare. Attorno a loro, Jared Harris, Tracy Letts, Anthony Ramos e Greta Lee compongono un coro teso e credibile, dove ogni parola pesa come una scelta definitiva. Girato con ritmo serrato e fotografia granulosa, il film ha il respiro di un thriller politico e la tensione di un countdown irreversibile.
Applaudito a Venezia con undici minuti di standing ovation, A House of Dynamite non è solo un film di guerra: è un esperimento emotivo sulla percezione del tempo e della responsabilità. In un presente che vive di allarmi e incertezze, Bigelow firma un racconto che esplode dentro più che fuori, lasciando allo spettatore la domanda più scomoda: cosa faremmo noi in diciannove minuti per salvare il mondo?