L'intervista
Abel Ferrara ospite del Matera Fiction: «Fra i Sassi è arrivata la mia rinascita»
Il regista: «Qui ho smesso di drogarmi». Sarà a Bari in estate per il nuovo film
MATERA - «Sono un regista eclettico, i miei film sono diversi tra loro perché traggono ispirazione dalla vita. Il genere è funzionale alla storia che racconto». Il regista Abel Ferrara, ospite del Matera Fiction, si racconta così in un incontro riservato ai giornalisti. Alcune domande, per svelare i momenti importanti della sua vita, il suo legame con Pier Paolo Pasolini e con Padre Pio a cui di recente ha dedicato il film presentato al festival di Cannes. E le esperienze che lo hanno portato a un cambiamento, anzi a quella che lui stesso definisce una «rinascita».
Come è accaduto? Quale è stato il momento preciso?
«Il film “Mary” del 2005. Sono stato a Matera venti anni fa sulla scia degli altri registi che sono venuti a girare qui film su Gesù, Pasolini prima e Mel Gibson in seguito. È un posto incredibile. È stata un’esperienza molto importante a livello personale, perché da quando sono stato qui l’ultima volta ho smesso di bere e di assumere droga. Un’esperienza spirituale che mi ha portato a quella che posso appunto definire una mia rinascita».
Da Matera la scelta è poi ricaduta su Gerusalemme. Perché
«Per la morte di Gesù ho preferito girare nel punto esatto in cui Cristo è stato crocifisso. Anche questa è stata un’esperienza molto importante sotto il profilo spirituale».
Nel 2014, a cinquant’anni dall’uscita del film «Il Vangelo secondo Matteo», ha dedicato un film a Pier Paolo Pasolini. Qual è il suo legame con il regista?
«Pasolini lo considero un maestro, un mentore. Non è stato solo un regista, ma uno scrittore, un attivista politico. «Il Vangelo secondo Matteo» è un film moderno, e gli insegnamenti di Pasolini vanno anche oltre il cinema. La morte di un poeta è una tragedia, ma la sua morte è stata… Non torvo la parole giuste per definirla. Mi manca».
Nei sui film ha raccontato Pasolini ma anche Padre Pio. Cosa la attrae di queste due personalità? C’è un elemento in comune?
«L’empatia. Erano entrambe persone che vivevano per le altre persone. Per Padre Pio era anche il suo lavoro, ma spesso erano le persone che andavano da lui. Stessa cosa può dirsi di Pasolini, da quello che traspare dalle parole di chi lo ha conosciuto».
Il cinema oggi sta vivendo un periodo di crisi, e quindi di grandi cambiamenti. Qual è l’origine?
Il sistema è cambiato. Si entra sempre meno nel cinematografo a vivere un’esperienza. Adesso ci sono i film on demand che rappresentano buona parte dell’industria. La gente guarda i film sui telefonini, anche io li giro con il telefonino. Adesso si ha la possibilità di avere un diretto accesso a tutto il mondo, in un istante, e tutto il mondo ha accesso anche ai miei film. Ma mi chiedo: abbiamo davvero un legame noi e il pubblico?».
È ospite del Matera Fiction ed è protagonista di una masterclass sul cinema. Qual è l’insegnamento che lascia ai giovani registi?
«In realtà il mio scopo non è insegnare ma imparare. La masterclass per me è una conversazione aperta con il pubblico, un arricchimento reciproco».
Diversi sono i progetti del regista, tra questi il film American Nails, in uscita nel 2025, con Asia Argento e Willeam Defoe, che sarà girato a settembre a Bari.