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«Porto Rubino», la musica sul mare: un Festival con tanti nomi stellari
L’organizzatore Renzo Rubino: si parte da Brindisi il 30 giugno e c’è subito Mahmood
Cinque appuntamenti all’insegna della musica e della tutela dei mari. È quanto offre la quinta edizione di «Porto Rubino» che quest’anno, dal 30 giugno al 9 luglio, animerà le coste della Puglia. Il progetto itinerante sulle acque e le coste pugliesi ideato dal 35enne cantautore di Martina Franca Renzo Rubino, approderà sulle coste di Brindisi, Giovinazzo, Monopoli, Tricase e Campomarino di Maruggio. A bordo di incantevoli imbarcazioni, sullo speciale palco di «Porto Rubino» si alterneranno numerosi ospiti da venerdì 30 giugno al porto di Brindisi (prima data a ingresso libero), dove si esibiranno: Eugenio Cesaro (Eugenio in Via Di Gioia), Mahmood e Omar Pedrini.
Il porto di Giovinazzo (Bari), domenica 2 luglio, accoglierà il secondo evento gratuito della rassegna, con ospiti: Madame, Emma Nolde, i Santi Francesi e Alan Sorrenti. A Monopoli (Bari), mercoledì 5 luglio, sarà lo scenario in cui si esibiranno: Bianco, Giovanni Caccamo, Niccolò Fabi e Piero Pelù. Nel porto di Tricase (Lecce), venerdì 7 luglio, si alterneranno: Carlo Amleto, Delicatoni, Levante, Nada, Raf. Domenica 9 luglio, le bellezze di Campomarino di Maruggio (Taranto), accoglieranno la chiusura della singolare rassegna affidata a Dardust, Dente, Emma Marrone e Francesca Michielin. Fra i membri dell’equipaggio della manifestazione ci sarà anche la cantante Chiara Galiazzo (si esibirà nella serata finale), la speciale «inviata di bordo» che, nel corso delle cinque tappe del Festival, incontrerà gli ospiti e racconterà sui social tutte le emozioni e i dietro le quinte.
Rubino, è soddisfatto del bilancio della rassegna e, soprattutto, del nobile messaggio di tutela per i mari che viene lanciato?
«Sono molto soddisfatto, anche se avremmo potuto mollare alla fine di ogni edizione, perché è veramente difficile organizzare un festival del genere. Abbiamo a che fare con molte istituzione ed è molto articolata l’organizzazione, ma la forza di volontà di voler realizzare un evento unico e bello, ci ha dato la forza di continuare. I tanti enti che continuano ad aderire all’iniziativa, ci consentono di veicolare meglio il messaggio della sostenibilità. Infine, c’è il divertimento che è il motore che muove tutti gli artisti».
Anche la scelta degli artisti è di qualità. Come avviene?
«“Porto Rubino” non è un festival musicalmente monotematico, siamo aperti a diversi generi. A Giovinazzo, ad esempio, ci saranno Alan Sorrenti e Madame, due artisti diversi che riescono a coesistere. Così può essere a Monopoli Pelù e Fabi, un po’ il diavolo e l’acqua santa. Insomma, l’idea di mettere insieme artisti di diverso “approdo”, è una formula che funziona come idea di porto aperto».
Come accade la scelta dei porti e degli artisti?
«Da un lato c’è il problema della profondità delle acque, quindi ci dobbiamo adeguare alle caratteristiche del porto, mentre gli artisti li chiamo io direttamente».
Sta pensando a delle novità per le prossime edizioni?
«Mi piacerebbe portalo fuori della Puglia: in tre luoghi marini simbolo dell’Italia. Poi in alcuni porti pugliesi dove il festival non c’è mai stato, quindi scovare altre meraviglie della nostra terra non ancora molto note».