Il mensile

La Gazzetta delle donne: nulla di più bello che una donna in rinascita

Carmela Formicola

Torna in edicola e online il mensile femminile dedicato alle donne

Torna in edicola «La Gazzetta delle donne», l’approfondimento su temi femminili con cadenza mensile della «Gazzetta». Con audacia e nella speranza di raccontare storie collettive, abbiamo deciso di dedicare il numero di aprile, mese della Pasqua, a «Passione e Rinascita». Non suoni blasfemo. Abbiamo raccolto storie in cui le protagoniste attraversano tutto il sentiero del dolore, al termine del quale incontrano il seme della rinascita, qualcosa di potente e salvifico che dopo ogni sofferenza le donne sanno ripiantare.

C’ è qualcosa di molto istruttivo nel dolore. Non va schivato o negato, non va chiuso in un cassetto, minimizzato nella speranza di cancellarlo, far finta di niente e punto e a capo. Il dolore va attraversato. E come in un abisso, giù, giù, giu. Bisogna toccare il fondo con i piedi, darsi una spinta e risalire. Riaffiorare. Ricominciare. Rinascere. Con audacia e nella speranza di raccontare storie collettive, abbiamo deciso di dedicare il numero di aprile della Gazzetta delle Donne - che ci conduce alla Pasqua - alla “passione” femminile. Non suoni blasfemo, non parleremo di “resurrezione”, non c’è nulla di sacro nelle vicende che leggerete. C’è sangue, ci sono lacrime. Però c’è il seme della rinascita, qualcosa di potente e salvifico che dopo ogni sofferenza le donne san- no ripiantare. E allora non ci sono solo lacrime, ci sono sorrisi ed emozioni, ci sono speranza e vita che pulsa. Prendiamo in prestito le parole di Anna Magnani, donna che del suo tormento personale - l’assenza del padre, l’abbandono materno, gli amori sbagliati - fece la cifra distintiva delle sue interpretazioni così folgoranti, così autentiche. “Non c’è niente di più bello di una persona in rinascita. Quando si rialza dopo una caduta, dopo una tempesta e ritorna più forte e bella di prima. con qualche cicatrice in più nel cuore, sotto la pelle, ma con la voglia di stravolgere il mondo, anche solo con un sorriso”. La scomparsa di una persona cara, la diagnosi di un tumore, un uomo violento, strade sempre tutte in salita. La paura. Lo stigma. La discriminazione. L’incomprensione. Sono tante le venature del dolore femminile, questo personale Golgota che si percorre a piedi scalzi, senza armi e in solitudine. Ma le donne hanno forze primordiali, senza strepiti riprendono il cammino, riemergono per se stesse e per gli altri, perché la biografia femminile è sempre una biografia plurale. Perché “nulla impedirà al sole di sorgere ancora” (Khalil Gibran)

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