Su Sky

«L’ Opéra», il film della danza torna di scena

Marzia Gandolfi

Genere caduto in disuso malgrado il passato glorioso, il «film di danza» torna in scena su Sky in forma episodica. Cécile Ducrocq e Benjamin Adam seguono le vicissitudini del corpo di ballo dell’Opéra di Parigi attraverso i destini contrari di due ballerine. Zoé, party girl di notte ed étoile di giorno, fugge i traumi e combatte l’istituzione che la spinge verso l’uscita, Flora, giovane riserva del corpo di ballo di origine senegalese, riempie i vuoti e una posizione ingrata perché è la prima ballerina nera su un palcoscenico «bianco» e ostile. La prima, fiaccata dalle ferite e gli eccessi, cerca di ritrovare il suo miglior livello, la seconda, in piena ascesa, reclama l’instaurazione di una politica anti-discriminatoria. Un incrocio di traiettorie che darà vita a intensi momenti di perfezione plastica sotto lo sguardo vigile di Sébastien, il nuovo direttore artistico ritagliato sulla figura di Benjamin Millepied che ha diretto il corpo di ballo dell’Opéra Garnier dal 2014 al 2016. Infiltrando un ecosistema codificato e conservatore, L’Opéra abborda la danza classica ad altezza di personaggio, assumendo con la grazia del gesto la sua logica implacabile. Se il meccanismo dietro la purezza e il virtuosismo resta segreto, le ballerine hanno sovente nutrito i fantasmi del cinema (Scarpette rosse, Il cigno nero), la serie francese seduce rivelando in filigrana il quotidiano di un teatro lirico e le lotte politiche che lo dilaniano. Il partito preso degli autori è il dramma sociale, la lotta di Zoé e Flora per scongiurare il licenziamento e la discriminazione. L’investimento fisico delle attrici (Ariane Labed e Suzy Bemba), a proprio agio alla sbarra, e l’ingaggio di doppi professionali restituiscono la tensione e la densità emozionale della performance. Inchino.

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