Su Netflix

«Frammenti di lei», thriller psicologico di una donna-eroina

Marzia Gandolfi

Ispirato al thriller drammatico di Karin Slaughter, Frammenti di lei indaga il passato di una donna che non è affatto chi dice di essere. Madre e moglie separata, Laura Oliver vive una vita modesta in una cittadina della Georgia. Ma un evento inaspettato scuote la sua routine e risveglia i fantasmi che chiedono il conto. Con la freddezza di un killer professionista ha affrontato un assassino e adesso è celebrata come un’eroina dalla televisione nazionale. Il seguito, in otto puntate diffuse su Netflix, deriva da questa anomalia perché la legittima difesa è più spaventosa della violenza subita. Sotto il segno della seconda chance e della doppia (e tripla) identità, il thriller psicologico diretto da Minkie Spiro lavora nell’insondabile interstizio che separa l’apparenza dalla realtà, l’immagine della madre di famiglia al di sopra di ogni sospetto e quella meno rassicurante di un passato segreto che sua figlia prova a ricostruire pezzo dopo pezzo. È tutta lì la vertigine di un racconto che avanza dritto perdendo lungo la strada una valigia di dollari e qualche briciola di coerenza. Il trattamento è illustrativo ma la fiction tiene grazie alla sua interprete, Toni Collette, e alla sua capacità di destabilizzare il personaggio e lo spettatore nello stesso gesto perturbante. L’espressione placida della donna ordinaria cede alla smorfia di un destino anomalo attraverso un volto brandito come un’arma, poi improvvisamente abbassata ma sempre minacciosa. Con un’attrice del suo calibro tutto passa per il corpo, Frammenti di lei non fa eccezione: la violenza ha lasciato il segno ed è col peso della verità che la protagonista è costretta a sopravvivere, probabilmente un’altra «stagione».

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