punti di vista
La biblioteca a S. Marzano una conquista di civiltà
Contro la desertificazione culturale
Tra le forme dannose di desertificazione, quella culturale è tra le più perniciose. Gli effetti negativi infiltrano il tempo, subdoli, invisibili, rincretinenti, apparentemente indolori. Gli anni che si accumulano come i chili di troppo mi hanno conferito un bagaglio esperienziale di cui, spesso, vorrei fare a meno. Perché io c’ero quando le sale cinematografiche di paese hanno smesso di proiettare i grandi film in seconda visione, c’ero quando i teatri di periferia hanno interdetto i palcoscenici agli attori che replicavano le opere dei drammaturghi più conosciuti. C’ero quando alcune biblioteche hanno interrotto la loro funzione, aspettando che il meglio sopperisse all’indispensabile.
Le fratture occorse alla cultura non sono ricomponibili dato che, scomposte, non torneranno mai al precedente stato di armonia, componente indispensabile e fondamentale del concetto stesso di cultura. In questo mio reducismo da cassonetto, ahimè, è insito il senso latente di fallimento di chi, pur scrivendo, testimoniando, analizzando, non si solleva dal suo stato inutile di grillo petulante e non riesce a incidere minimamente su ciò che, affliggendo, lo circonda. I guasti della cultura, inoltre, hanno generato muffe sovrapposte di saccenti inquinati da erudizione fine a se stessa, capace di alimentare solo autoreferenzialità e arroganza. Non scadessero nel ridicolo, quel che caratterizza costoro è una sorta di pessimismo comico che, forse, avrebbe fatto sorridere pure quel tristacchione aristocratico di Leopardi. I mannucchi di negatività non hanno prodotto, però, mai nulla di buono.
I bagliori vincono il buio e segnano la strada maestra. Capita così che lo scorso 6 novembre sia stata riaperta la biblioteca di San Marzano. L’amministrazione Leo, dal maggio 2023 alla guida della cittadina devota a San Giuseppe, si è fatta carico di trasformare in accoglienti e funzionali i locali centralissimi dove è ubicata la Biblioteca Comunale, fino a ieri più assimilabili ad un deposito/discarica. Se è vero, come sostiene Sergio Endrigo, che per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno ci vuole l’albero, per fare l’albero ci vuole il seme, per fare il seme ci vuole il frutto e per fare il frutto ci vuole il fiore, significa che per fare una comunità concorde ci vuole una biblioteca frequentabile da tutti. Da grandi, da bambini, da chi gode dei piaceri sofisticati donati dalla fruizione elitaria delle lettere e delle arti, e da chi si rallegra l’anima e il cuore grazie alla vivacità sprigionata dalle pagine del più semplice dei romanzi.
Tutti insieme, come è giusto sia per una comunità unita. “Mi sono sempre immaginato il paradiso come una specie di biblioteca”, sosteneva Jorge Luis Borges, che era argentino, di Buenos Aires. Pare sia un posto dalle parti di San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto.