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«BDS» come «Baci dal Sud»: con Brancale e Barnaba l’identità pugliese a Sanremo
Il fresco incrocio sanremese tra l’umanità levantina barese e quella beffarda tarantina, merita menzione
Taranto. Primo maggio 2024. Serena Brancale sale sul palco del festival musicale “Uno Maggio Taranto Libero e Pensante”. Dopo una breve introduzione ritmica, attacca “Pinz’ a tutt’ l’ mugghier’ stonn’ a cosc’u baccalà” e spacca il pubblico del Parco Archeologico delle Mura Greche che, compreso il sottoscritto, comincia a ballare e a cantare con lei. Il baccalà abbatte, così, la storica rivalità tra Bari e Taranto. Il tempo, gentili lettori, attenua le asprezze. Come quelle di un dopo-partita indimenticabile. Io c’ero, in curva allo stadio “Jacovone”, il 26 ottobre del 1980. Quando Fagni realizzò la rete che permise la vittoria del Taranto sul Bari, tremò anche l’aria. Dopo il triplice fischio, parecchi tifosi baresi continuarono a tremare. Avevo diciotto anni, allora, e il ricordo di quel pomeriggio è ancora nitido nella mia memoria. Taranto e Bari giocavano il campionato di serie B. Oggi… beh, oggi il Bari in serie B c’è ancora; del Taranto attuale meglio tacere.
Il fresco incrocio sanremese tra l’umanità levantina barese e quella beffarda tarantina, merita menzione. Nel testo di Anema e core, il recente successo di Serena Brancale, è rimasta solo una spruzzata di Sud, permettendone fruibilità anche a chi trova ostico il nostro lessico delle radici. A questa sorta di sanremese intercettazione di benevolenze nazionali della Brancale, si contrappone il mistero di un acronimo che brillava, luccicante, sulla maglietta del maestro Fabio Barnaba. Il sospetto che quel BDS fosse un omaggio a metodologie rivoluzionarie palestinesi comprendenti le pratiche di boicottaggio e sabotaggio, era infondato. Peccato. Il maestro Barnaba ha portato a visibilità sanremese una delle esclamazioni più comuni nella città dei devoti a San Cataldo: butt’ d’ sang’ si usa per incitare, per costringere a riflettere, a volte anche come catarsi. Ho vissuto in Val Camonica per qualche anno e, vi assicuro, da quelle parti trovano incomprensibile che l’invocazione a una emorragia possa assumere tali significati. Ecco perché, per riuscire credibili a livello nazionale, i testi delle canzoni devono sventolare il tricolore. È il motivo per cui Serena Brancale ha messo in freezer il baccalà. Ma l’artista barese è piacevole, deliziosamente sexy e bravissima. Perciò le si perdona tutto, anche il suo luogo di nascita. Perché quella rivalità Taranto – Bari non può essere cancellata. E quindi … BDS che, questa volta, non vuol essere un invito ad un versamento sanguigno. Significa Baci Dal Sud , per Serena Brancale, per il maestro Fabio Barnaba e per tutti quelli che esportano la nostra singolare identità pugliese, quella che riempie il mondo di Anima e core.