Punti di vista
A Taranto le vie del centro già profumano di Natale
E presto arriveranno i giorni delle spese d’impulso, dei doni inevitabili, del culto dell’inutile elevato a isteria commerciale
Ancora il mio costume da bagno non si convince a tornar nei cassetti, che già sui primi balconi discontinuano le luci di Natale. Anche il mio telo da mare chiede tregua, dopo aver assolto tante volte al suo ufficio con efficienza e discrezione. L’inverno incombe, con le sue caselle rosse sul calendario.
I consumi, cicliche falene, vengono attirati da quei fuochi sulla carta. Presto arriveranno i giorni lutulenti delle spese d’impulso, dei doni inevitabili, del culto dell’inutile elevato ad isteria commerciale. Ma solo una minima parte di questa ossessione riguarderà le attività del centro delle nostre città.
Taranto e altri luoghi della provincia jonica assistono inermi alla desertificazione commerciale dei propri centri urbani. Gli alienanti ipermercati periferici ingoiano moltitudini di consumatori, sottraendo il necessario alle attività storiche. Al punto che molte di loro chiudono. Si assiste ad una progressiva latitanza di consumatori dal centro delle nostre città.
Nemmeno la rivoluzione copernicana, che marginalizzò la posizione dell’uomo nel cosmo, fu così escludente. La transizione dall’epoca medievale a quella moderna mise fine agli umani privilegi filosofici; per portare al collasso tante attività del centro sono sufficienti le lucciole degli ipermercati e le difficoltà di parcheggio. Chi ha compiti di responsabilità nei confronti delle comunità non può e non deve restare indifferente a tale fenomeno. Soprattutto perché lo svuotamento commerciale del centro delle nostre città è solo un effetto, perché altri ce ne sono.
Le cause sono molte, e non si curano con gli zampognari che suonano Astro del ciel per le vie. Né con gli addobbi ameni. Né la soluzione può essere offerta da «un uomo solo al comando», che di Fausto Coppi non ne nascono più. I problemi delle comunità (e la desertificazione commerciale dei centri urbani è un problema delle comunità!) devono essere valutati, studiati e analizzati da esperti, che arrivano a proporre più soluzioni. Toccherà a chi ha compiti di governo scegliere quella migliore.
Non funziona mica al contrario, ovvero: chi ha compiti rappresentativi decide la soluzione e condiziona gli esperti, al punto di far asserire loro che è quello scelto da chi governa è il rimedio buono. Sono refrattario alle feste e ai riti conseguenti, non basta un «rosso» sul calendario a cambiare le mie abitudini. Tale agire sempre indisposto chi mi è stato vicino, ma è un prodotto della mia vita. Tale personale resistenza ha una ricaduta nulla sulla bilancia commerciale dei consumi. Che, invece, devono tornare a interessare le attività del centro di Taranto e provincia. La città vive solo se il suo cuore batte forte.