Punti di vista
Quel filo unico della solidarietà che ci lega tutti
L’interesse e l’empatia sono emozioni senza le quali non possiamo dirci vivi, non possiamo dirci umani
Qualche giorno fa ho letto sulle pagine di questo quotidiano che a largo di Giovinazzo un gruppo di pescatori è impegnato nel recupero di tronchi ed altri materiali potenzialmente pericolosi per le imbarcazioni. Sono i detriti dell’alluvione in Emilia Romagna che il mare, il vento e le correnti hanno trasportato fin qui.
La connessione, l’unione di cose lontane, è un concetto che leghiamo alla tecnologia ma che non ha a che vedere solo con questa, è fondamento della natura, della vita stessa. La farfalla che batte le ali, la tempesta dall’altra parte del mondo, un effetto che negli ultimi anni ci è stato prepotentemente ricordato dalla pandemia, dalla incredibile rapidità del nostro essere interconnessi, vicini come mai prima nella storia.
È stata, questa, una settimana di cronaca particolarmente dolorosa, segnata dall’uccisione di Giulia Tramontano e dal bambino che portava in grembo che ci ha fortemente scossi tutti. E poi. E poi ieri un’altra volta, Mariangela, un’altra donna uccisa questa volta vicino casa nostra, a Monopoli, dall’uomo che più di tutti avrebbe il compito di proteggerne la salute a qualsiasi altezza della vita, un padre, un altro padre. Eppure queste sono storie connesse, non sono mica gesti isolati di uomini diversi. Sono azioni che nel nostro Paese si ripetono identiche e feroci una volta ogni tre giorni, sono il frutto dello stesso albero malato, quello della nostra cultura, della nostra idea di possesso legata alla famiglia e alle relazioni, del nostro oggettivare le vite delle donne ritenendole esistenze accessorie di cui si può disporre, della violenza, dell’omertà, della sottostima di dinamiche malate da parte delle persone vicine alle vittime e persino delle forze dell’ordine, de «i panni sporchi si lavano in famiglia».
Tutto ci riguarda, il ramo che si stacca in Romagna è lo stesso che raccoglieremo facendo il bagno nel mare pugliese. L’interesse e l’empatia costano fatica, costano rabbia, costano azioni da prendere, cambiamenti necessari, educazione, costano emozioni senza le quali indubbiamente si sta più leggeri ma senza le quali non possiamo dirci vivi, non possiamo dirci umani.