punti di vista

Il rischio Primitivo di un vino speciale

Giuse Alemanno

Gran parte del vino imbottigliato è un anonimo «Primitivo»

Chiedendo al più noto motore di ricerca in Internet di mostrare l'offerta planetaria di bottiglie di «Primitivo», ci si accorge di un dato lampante: la scelta è vastissima e a prezzi molto diversi. Tale aspetto è molto evidente. Ce n'è un altro, nascosto: solo poche di queste bottiglie contengono «Primitivo di Manduria»; gran parte del vino imbottigliato è un anonimo «Primitivo», proveniente dai luoghi d'Italia più disparati. Proprio così. Il 'Primitivo' si coltiva in Puglia, Sardegna, Lazio, Abruzzo, Basilicata, Umbria, Campania e Molise.

Il 'Primitivo' DOC nel Cilento, in Terra d'Otranto, a Falerno del Massico, Gioia del Colle, Gravina e Matera. Vero: il 'Primitivo' DOC e DOCG viene prodotto magnificamente a Manduria, unica città che - però - ha incollato il nome al suo prodotto principe. Mica succede negli altri posti! Oh, no! Così si ha notizia del 'Primitivo' Terre di Chieti che, prescindendo il livello qualitativo (che ignoro), è sul mercato esattamente come il risultato di storia, professionalità e sacrificio dei vitivinicultori messapici. Pensate che un geometra del catasto canadese, intenzionato a far colpo sulla frusculona del sabato sera inducendola ad esplorare il fondo di una bottiglia di 'Primitivo', stia a guardare se è il nettare che lubrifica i desideri è stato prodotto con uve di Manduria o Cerignola?

È difficile. Al geometra del catasto canadese importa che sulla bottiglia sia scritto 'Primitivo', che non costi tanto, e che il fascino evocativo del vino italiano contribuisca a far girare la testa alla frusculona di cui sopra. Il claudicante quadretto acchiappesco del Canada, però, è solo un effetto: la causa risiede nella mancata tutela del 'Primitivo di Manduria', al punto che oggi si produce 'Primitivo' ovunque. Tanto. Troppo. E quel successo economico e di immagine nato dal risultato prezioso di quell'uva dalla precoce maturazione, rischia di concludersi in modo amaro. La produzione enorme di 'Primitivo' eterogeneo ha danneggiato quello che si produce a Manduria, eccellente ma, inevitabilmente, più costoso. Così, tra gli strascichi negativi del Covid e bolle speculative extraterritoriali, ristagnano nelle cantine stock importanti di 'Primitivo di Manduria' invenduto. Tra circa cento giorni arriverà di nuovo il periodo della vendemmia e il rischio di crollo verticale del prezzo dell'uva non è improbabile. Le conseguenze sarebbero disastrose.

Se esiste un modo per rimediare, bisogna trovarlo ora. Non domani. Adesso, dato che ieri risulta impossibile. Tra le soluzioni deve essere contemplata anche una notizia da far arrivare alla frusculona canadese: se sulla bottiglia che ha preso il geometra del catasto per far serata, non c'è scritto 'Primitivo di Manduria', si facesse venire il mal di testa. Chi risparmia sul vino, non merita i favori di una donna.

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