IL PERSONAGGIO

Un grande racconto fatto di «cunti»

Omar Di Monopoli

Gianni Vico, l'accattivante predicatore di storie della terra manduriana

Ce l’ha nel cognome il proprio destino, Gianni Vico, perché oltre al richiamo immediato al noto filosofo partenopeo, «Vico» era anche la definizione con cui gli antichi chiamavano i menestrelli di strada, nobili figure del folklore contadino sulle orme dei quali l’artista manduriano da ben cinque lustri accompagna - armato di chitarra - le sue «cantate» in giro per l’Italia, spostandosi per piazze, androni, parchi e festival d’ogni dimensione.

Passione maturata in giovane età attraverso l’ascolto di De André e Guccini, la musica diventa per Vico elemento di una personalissima ricerca artistica con la scoperta di Brassens, cantautore e poeta francese tra i più importanti del XX° secolo. Nasce allora la volontà di recuperare una tradizione lirica dal fascino senza tempo, quella de «lu cuntu», il racconto musicato, e sulla scorta di esso Vico fonda «Cantacunti», un gruppo in grado di proporre un originale repertorio in cui chitarre, mandolino, flauto e voci sono un vestito ricco (ma mai pesante) per le parole dei racconti, dei «cunti», appunto. Negli anni la band ha accolto Maria Rosaria Coppola (tamburello, voce-narrante), Roberto Bascià (chitarra, mandolino), Antonio Libardi (flauto, ottavino) e Andrea Luperto (tamburello, percussioni), dando vita all’attuale compagine di musicisti. Punto nodale del progetto è quello di rendere la narrazione il fulcro della performance: le storie, incasellate nel tessuto di rapide presentazioni che anticipano temi e atmosfere delle ballate, imprimono continuità narrativa all’intera esibizione, ricreando le figurazioni dell’antico «cantastoriare» attraverso immagini proiettate che illustrano i momenti salienti delle vicende proprio come una volta facevano i cartelloni degli aedi.

Lo spettacolo si fa così viaggio poetico lungo i mille rivoli di una Puglia sconosciuta, attraverso i suoi poeti, le sue leggende, i costumi e le vicende storiche meno note. Un mondo mitologico popolato di torrieri, di scorribande corsare, di guglie barocche costruite da diavoli e di streghe che sorvolano la notte, oppure di voci disperate nel naufrago silenzio di una carretta che affonda nel Mediterraneo. Molti i dischi di successo per l’ensemble, come «Il martirio di Otranto», «Rocco e lo scirocco» e «Papa Caliazzu», ma non mancano per Vico i progetti in solitaria, come la recente rappresentazione con l’attore Gino Cesaria. E sono tanti anche i festival in cui Gianni è stato ospite, soprattutto nelle regioni ad alta vocazione cantastoriale: Calabria e Sicilia in primis, ma anche tanta Emilia Romagna e, ovviamente, la Puglia. Quest’anno, per festeggiare i 25 anni di attività, «Cantacunti» pubblica il progetto «Terra», con 9 inediti dalla forte radice popolare.

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