Buona sanità a Foggia «Così salvarono mia figlia»

Storia di Giulia, storia di cattiva e ottima sanità insieme. Storia di una bambina che oggi ha soltanto quattro mesi di vita, ma che un mese e mezzo fa ha passato - e fatto passare ai suoi genitori - momenti davvero drammatici. «Cara Gazzetta, scrivo perché vorrei che i miei concittadini saperessero che gli Ospedali riuniti non possono solo assurgere alle cronache nazionali per casi di presunta malasanità. La mia piccola Giulia, all'età di soli tre mesi, ha effettuato lo scorso 8 novembre la sua prima vaccinazione. Alcuni giorni dopo ha mostrato improvvisamente segni di assenza e successivamente crisi focali». 

Queste le prime righe della lettera che Tiziana Granato, foggiana, giovane madre di Giulia, ha inviato alla nostra redazione. Ecco com’è andata, dal suo diretto e toccante racconto. Ecco come una storia tutta ancora da chiarire, si è comunque trasformata in una storia a lieto fine. 

«Dopo le prime crisi di Giulia - scrive Tiziana - siamo corsi al pronto soccorso, dove ci hanno consegnato prima il foglio per la consulenza nel reparto di pediatria e poi quello per la consulenza nel reparto di neuropsichiatria infantile. Durante la visita del medico di turno in neuropsichiatria, Anna Nunzia Polito, mia figlia ha mostrato nuovamente segni di assenza». Drammatica la diagnosi redatta dal reparto, epilessia. Un disturbo con cui, al giorno d’oggi, si riesce a convivere. Ma pur sempre un dramma, specie per dei genitori colti di sorpresa da una cosa così imprevedibile. Col rischio, per una bambina tanto piccola, di non riuscire a superare crisi o attacchi se si fossero presentati in rapida successione. 

«Purtroppo le crisi sono proseguite per quattro giorni, ininterrottamente, sino a quando la risonanza magnetica ha evidenziato la presenza di un edema celebrale che il primario del reparto (Pier Luigi Marzocco, ndr) non ha esitato a diagnosticare come encefalite post vaccino. Senza indugio tutta l’equipe medica del reparto ha cominciato a sommistrare alla bambina la terapia neccesaria, per giungere alla regressione dell'edema. Nei 15 lunghissimi giorni di degenza - aggiunge Tiziana nella sua lettera - tutto il personale, medico e paramedico, del reparto di neuropsichiatria infantile, con amorevole preparazione, umiltà e dedizione alla professione si è preso cura della mia piccola Giulia. La mia bambina è tornata a sorridere, anche se solo il tempo ci dirà se ha subìto danni o meno a causa dell'edema». 

Tiziana, rompendo un silenzio che in questi casi contiene amarezza ma anche enorme sollievo, ha deciso di affidare a una lettera aperta la sua storia, quella della sua piccola bambina. «Attraverso le pagine della Gazzetta - conclude - vorrei ringraziare quanti mi hanno ridato il sorriso, vorrei ringraziare i medici Lorella Balestrucci, Anna Nunzia Polito, Luciano Zizzo Luigi Turso, Sonia Circo e Giuseppina O. Pustorino per la prontezza e la professionalità con cui si sono occupati di mia figlia, nonché per la dolcezza e l'umiltà con cui il personale paramedico ha condotto tutte le fasi della terapia». 

Disturbi del genere, specie dopo i vaccini, non sono rari. «Tuttavia nessuno mi aveva avvisato» puntualizza Tiziana. Si poteva evitare? Non si poteva evitare? Saranno i medici a stabilire cause ed eventuali responsabilità, sta di fatto però che la piccola Giulia è stata recuperata alla vita proprio quando i genitori temevano il peggio. E che la madre, attenta a che non si diffonda quel qualunquismo che fa di Foggia l'ultima città italiana anche in qualità della sanità erogata ai cittadini, ha voluto puntualizzarlo scrivendoci una lettera. 

Qualche mese fa, putroppo, i reparti di ginecologia degli Ospedali riuniti - tra i migliori in Italia - finirono sulle cronache nazionali per presunte e non ancora accertate responsabilità dirette dei medici nella morte di due neonati: il plesso maternità dell'azienda ospedaliero universitaria, come detto uno dei più efficienti in tutto il Paese, passò per un tugurio in tutte le televisioni italiane. Naturalmente la realtà è un'altra, è tutt'altra. Storie come quella di Giulia, il coraggio di sua madre Tiziana, depongono invece in favore di un quadro completamente differente. Ma almeno noi, non avevamo alcun dubbio. (Davide Grittani)

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