le testimonianze

«Greta Thunberg umiliata dagli israeliani»: la denuncia del barese D’Agostino

La moglie di uno dei fermati in sciopero della fame in segno di solidarietà

Il blocco degli attivisti e delle attiviste della Sumud in acque internazionali, operato dallo Stato di Israele, era previsto dai partecipanti, ma non per questo meno preoccupante. Lo ha dichiarato Francesca Amoruso, attivista barese della Freedom Flotilla Italia, partita da Otranto il 25 settembre e diretta a Gaza. «Affrontiamo tutto con determinazione e sostegno che ci arrivano dall’Italia – ha detto Amoruso –. Non ci facciamo intimidire: il nostro obiettivo è portare aiuti a Gaza e cercare di rompere l’assedio, aprendo un corridoio umanitario per la popolazione sotto occupazione illegale».

La flotilla comprende due barche, Al-Awda e Ghassan Kanafani, con un equipaggio di quattro persone ciascuna, e la Coscience, nave con oltre 200 persone tra medici, giornalisti e avvocati. Attualmente i partecipanti si trovano a nord di Creta, ma una delle imbarcazioni ha subito avarie, rallentando il viaggio verso Gaza di 3-4 giorni, condizioni meteo permettendo.

Nel frattempo, emergono dettagli sul trattamento subito dagli attivisti fermati da Israele. Il giornalista barese Lorenzo D’Agostino, rilasciato a Istanbul, ha raccontato all’agenzia turca Anadolu di essere stato trattenuto in condizioni «umilianti», senza acqua potabile per oltre due giorni e sottoposto a maltrattamenti fisici. Particolare attenzione è stata riservata alla giovane attivista svedese Greta Thunberg, costretta a vivere in una cella infestata da cimici e con scarsa alimentazione e idratazione.

A sostegno della causa, la moglie di uno degli attivisti di San Severo ancora trattenuti da Israele sta osservando uno sciopero della fame, mostrando solidarietà al marito e agli altri membri della flottiglia.

Amoruso ha sottolineato l’importanza di una reazione istituzionale internazionale, definendo illegale il fermo in acque internazionali e chiedendo posizioni chiare da parte dei governi: «Alcuni si sono già mossi, altri continuano a definirci irresponsabili, mentre tutto il nostro viaggio si basa sulla responsabilità».

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