Puglia, la linea di Elly Schlein: «Decaro chiarisca con Vendola»

La posizione ufficiale del Pd sulla querelle tra Antonio Decaro e Michele Emiliano è stata data ieri da Stefano Bonaccini. E sono parole che pesano. Perché il presidente del Pd (in accordo, dicono, con la segretaria Elly Schlein e il suo braccio destro Igor Taruffi) ha sostanzialmente chiesto al governatore uscente di fare un passo di lato così da sbloccare la candidatura di Decaro. Una posizione forte, certo. Eppure - nei corridoi del Nazzareno - a preoccupare non è tanto il «no» che Decaro ha detto alla presenza del suo predecessore nelle liste per il Consiglio regionale. Quanto il diniego, analogo, che Decaro ha posto nei confronti del predecessore del suo predecessore. Perché Nichi Vendola è presidente nazionale di un partito di cui i Dem oggi non possono fare a meno.

Bonaccini, dunque. «Da presidente del Pd - ha detto ieri l’ex governatore dell’Emilia Romagna - non interferisco. Ma poiché stimo Michele, gli dico: meglio sentirci utili, che indispensabili. Dopo aver guidato bene, per dieci anni, la Puglia, si può cambiare e svolgere ruoli altrettanto importanti e, come nel suo caso, meritati». Insomma un invito a non candidarsi, più esplicito e meno criptico di quello alla «generosità» che Taruffi aveva lanciato martedì della scorsa settimana. E poi un tentativo di ricucire. «Decaro - ha detto Bonaccini - è legato a un percorso politico e di stima e amicizia con entrambi i due ex presidenti», Emiliano e Vendola: «Immagino voglia dare un messaggio che è quello di aprire una nuova stagione con nuovi protagonisti. Non ci vedo nulla di male». Al messaggio per Emiliano («può ambire ad altri ruoli persino più importanti») se ne affianca uno di distensione con gli alleati di Avs: «Per quanto riguarda Vendola - ha aggiunto Bonaccini - non mi permetto di entrare in campi di altri partiti».

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