il caso

Monopoli-Fasano, taglio del nastro con polemiche: l'assessore alla Salute e il sottosegretario disertano il nuovo ospedale

massimiliano scagliarini

Non si placano le polemiche per la nuova struttura del sud-barese che verrà aperta (forse) soltanto a dicembre

Ieri all’«inaugurazione ufficiale» di Asclepios 3 al Policlinico di Bari non c’era il governatore uscente Michele Emiliano. Oggi a quella dell’ospedale Monopoli-Fasano non ci sarà invece l’assessore alla Salute, Raffaele Piemontese. Il primo, che pure aveva fortemente voluto l’appuntamento, è dovuto correre a Taranto per partecipare all’assemblea di fabbrica dell’Ilva. Il secondo, invece, sarà trattenuto da altri impegni sul Gargano. Coincidenze, l’una e l’altra, ma la sensazione è che sulle inaugurazioni sanitarie ci sia un po’ di nervosismo.

Due anni fa Emiliano aveva già «inaugurato» Asclepios 3, dove il 5 luglio 2023 aveva tenuto un «sopralluogo» per dare atto che il reparto «è già in funzione, con i pazienti ricoverati». Tutti hanno dimenticato che quel padiglione è una delle grandi incompiute della sanità pugliese: appalto del 2012, lavori terminati nel 2021 (il Covid c’entra fino a un certo punto). La novità presentata ieri è l’avvio delle attività del Trauma center regionale con le sale operatorie e le tecnologie angiografiche appena collaudate ed entrate in funzione consentendo l'avvio del "centro cuore". Le sale operatorie servono anche ai medici del centro trapianti.

L’appalto di Asclepios 3 era stato aggiudicato alla Cobar di Altamura, la stessa impresa che ha costruito (in una gara che per la Procura di Bari è stata truccata all’insaputa di chi l’ha vinta) l’ospedale Covid in Fiera del Levante. Proprio da lì - una volta finita l’emergenza - sono arrivate alcune delle attrezzature e degli arredi riutilizzati nel nuovo padiglione. Anche sull’appalto di Asclepios 3 c’era stata anche un’indagine della Procura di Bari, nata da un esposto della grillina Antonella Laricchia e finita pure quella con l’archiviazione: ne era emerso che il Policlinico di Bari (con il direttore generale dell’epoca, Vitangelo Dattoli) aveva dato senza gara alla solita impresa di Altamura anche i lavori per la ristrutturazione della pneumologia (5,3 milioni di euro) e quelli per il completamento dell’edificio dei servizi amministrativi (6 milioni). Lo stesso schema visto per l’ospedale Covid della Fiera, per il quale sono a giudizio soltanto l’ex capo della Protezione civile, Mario Lerario, e l’ex funzionario Antonio Mercurio.

Oggi il circo della sanità pugliese si sposta invece a Monopoli, per il taglio del nastro del nuovo ospedale da 299 posti che - a differenza di Asclepios 3 - non aprirà prima di dicembre. In molti hanno espresso perplessità rispetto a questa decisione di inaugurare senza aprire, voluta fortemente dall’assessore al Bilancio, Fabiano Amati, che (da consigliere e presidente della commissione Sanità) più di ogni altro si è battuto per portare al traguardo l’opera. Ieri Amati ha raccontato in un lungo video sui social la storia dell’ospedale dal progetto all’appalto e alla realizzazione: «Il bello di questa storia, per me, è di aver avuto una parte». Ma le polemiche non si placano, anche perché i lavori non sono ancora interamente terminati e l’ospedale è in gran parte vuoto. E ieri il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato (Fdi) ha scritto a Emiliano e Amati per annunciare che non ci sarà e chiedere di rinviare l’inaugurazione: «Ritengo doveroso riservare la presenza del ministero della Salute e del governo a quando la struttura sarà pienamente funzionante, operativa e, soprattutto, in grado di accogliere i pazienti in piena efficienza».

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