Il caso
La Corte dei conti: Puglia in ritardo sui nuovi fondi europei. «Speso soltanto il 5%»
Via libera dei giudici contabili al bilancio 2024. La Procura: boom di consulenze nelle agenzie, spesi oltre 5 milioni
BARI - A un certo punto è sembrato pure che Michele Emiliano si commuovesse, parlando di quello che è stato il suo ultimo bilancio approvato da governatore della Puglia. Anche stavolta la Regione ha portato a casa la «parifica» da parte della Corte dei conti, che dai numeri ha evidenziato molte luci e qualche ombra: in particolare i ritardi nell’avvio della nuova programmazione dei fondi europei e del Pnrr.
I giudici del Controllo (presidente Cinzia Barisano) hanno infatti evidenziato le percentuali «irrisorie» di pagamenti registrati sui fondi Ue del periodo 2021-2027, che valgono 5,7 miliardi, fermi a «un tasso di impegno del 13,56% e un livello di pagamenti pari al 5,01%, mentre la spesa pubblica certificata risulta pari allo 0,55%». Male anche sui fondi per l’agricoltura del nuovo ciclo 2023-2027 da 1,19 miliardi, per i quali «l’attuazione risulta in fase ancora embrionale», mentre per il periodo precedente ci sono «significative criticità» su due misure (4 e 7). Sul Piano operativo complementare 2014-2020 i giudici evidenziano «una marcata asimmetria» con impegni al 92% e pagamenti fermi al 31,86%.
Bene, invece, la chiusura del precedente ciclo di programmazione europea 2014-2020 da 4,8 miliardi: la Puglia è prima in Europa per pagamenti certificati. Bene anche - dice la relazione - l’azzeramento dei 24 milioni di debiti relativi all’Avvocatura regionale lasciati in eredità dalla giunta Vendola.
In platea c’erano, tra gli altri, l’assessore regionale al Bilancio, Fabiano Amati, la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone e il vicepresidente del Consiglio di presidenza della Corte dei conti, il professore barese Vito Mormando...