Il caso

Aqp, una maxiconsulenza da 820mila euro affidata senza gara. La Corte dei conti chiede spiegazioni

massimiliano scagliarini

Dopo le verifiche avviate dal collegio sindacale il magistrato contabile addetto al controllo scrive alla società e alla Regione

L’Acquedotto Pugliese non si considera (più) vincolato alla disciplina sugli appalti pubblici quando si occupa di attività no-core. E dunque potrebbe aver «nascosto», nel senso di non pubblicato, almeno una consulenza di importo rilevante affidata a soggetti esterni senza l’espletamento di una procedura ad evidenza pubblica: un contratto da 820mila euro di cui nessuno sa niente e su cui tutti chiedono chiarimenti.

È un problema serio (e non solo per l’importo della consulenza) che agita da almeno due settimane i vertici regionali dopo che la Corte dei conti ha chiesto chiarimenti alla società, al collegio sindacale e alla stessa Regione. E questo soprattutto perché, appunto, si parla di una società a capitale interamente pubblico: Aqp è titolare di un affidamento in-house per la gestione del servizio idrico integrato (l’attività «core») e dunque non è chiaro quali sarebbero i compiti privatistici di cui la società si occupa.

La questione è emersa dopo «un’attività di acquisizione documentale» dal Collegio sindacale, che ha rilevato l’affidamento a uno studio milanese (Terzi e partners), tra 2024 e 2025, di un contratto di consulenza da 820mila euro per non meglio specificate attività di affiancamento organizzativo. Ovvero per...

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