Il caso

Dopo lo stop a Israele arrivano le minacce social a Emiliano: «Distruggiamo te e la Regione». Il presidente: «Non arretro»

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

Due messaggi privati, su Instagram, arrivati al presidente Michele Emiliano in due giorni successivi e riferiti evidentemente alla decisione presa dal governatore pugliese di rompere i rapporti con Israele per via del genocidio palestinese. Indaga la Digos

Lo ha definito «nazista», «sionista» e naturalmente anche «cog…ne». E lo ha minacciato, al plurale: «Faremo saltare in aria te e quella Regione di m…». Due messaggi privati, su Instagram, arrivati al presidente Michele Emiliano in due giorni successivi e riferiti evidentemente alla decisione presa dal governatore pugliese di rompere i rapporti con Israele per via del genocidio palestinese. Per questo ora Emiliano potrebbe finire sotto tutela.

L’iniziativa di Emiliano, primo presidente di Regione a ordinare a dirigenti e manager delle società pubbliche di interrompere ogni collaborazione con Tel Aviv, ha fatto il giro del mondo approdando anche sugli schermi della tv araba Al Jazeera. Ed è anche per questo che le minacce ricevute sui social non vengono sottovalutate. Emiliano ha presentato denuncia in questura (con l’avvocato Gaetano Sassanelli), allegando gli screenshot dei due messaggi ricevuti tra lunedì e martedì da un profilo all’apparenza anonimo e con una foto generica. Il primo messaggio, più lungo, lo accusa di essere «amico dei terroristi» e gli chiede polemicamente – come già accaduto peraltro in vari commenti pubblici rintracciabili su Facebook – come mai non abbia avviato la stessa iniziativa anche nei confronti della Russia di Putin di cui sarebbe invece «amico». Il secondo messaggio il giorno dopo, «allora non rispondi?», contiene ulteriori minacce.

Dovrà essere la Digos della questura di Bari, insieme ai colleghi della Polizia postale, a valutare la provenienza delle minacce e la loro consistenza. Di certo c’è che quel riferimento velato (anche) agli uffici della Regione potrebbe in astratto rappresentare qualcosa più delle parole in libertà di qualche estremista. Ed ecco perché la questione approderà a breve in Comitato per l’ordine e la sicurezza dove saranno valutate le possibili misure: tutela o scorta per il presidente Emiliano, forme di presidio per le sedi degli uffici dove comunque è attivo già da tempo – secondo quanto si apprende – un dispositivo dinamico di sorveglianza.
A Bari del resto c’è già una situazione delicata. Da anni è sotto scorta il console onorario di Israele, Luigi De Santis. Nel 2024 la prefettura ha disposto l’istituzione di un presidio permanente sotto gli uffici, nel centro di Bari, sgomberando l’intero isolato. Un segnale che conferma la serietà delle minacce nei confronti dell’imprenditore barese, unico console in Italia di Tel Aviv, nei cui confronti sono circolate – su siti attentamente monitorati dall’Antiterrorismo – varie fake news, compresa quella della presenza a Bari del ministro degli Esteri di Israele nel gennaio 2025, o di inesistenti accordi di collaborazione firmati da alcune istituzioni pubbliche.

Il 30 maggio, dopo che una iniziativa analoga è stata votata dal Consiglio comunale di Bari, Emiliano ha invitato «tutti i dirigenti e dipendenti della Regione, delle sue agenzie e delle società partecipate a interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali» di Israele, definendo quanto accade nella Striscia di Gaza «un genocidio di inermi palestinesi» e precisando che la sua è «una posizione nei confronti del governo Netanyahu, non del popolo israeliano», cui nei giorni successivi ha anche espresso solidarietà per gli attacchi di Hamas del 7 ottobre. Tuttavia nei messaggi di minacce il governatore viene accusato proprio di volere «la distruzione» dello stato di Israele. L’iniziativa del presidente della Regione Puglia ha creato qualche malumore anche alla Farnesina: «La politica estera – gli ha replicato il ministro Antonio Tajani - non è di competenza delle Regioni».

Emiliano: "Non arretreremo di un millimetro"

“Sono abituato da molti anni alle minacce di morte e ai tentativi di attentato da parte della Sacra Corona Unita, che in più occasioni ha cercato di fermare la mia attività antimafia. Tuttavia, sono sconcertato dal fatto che la nostra iniziativa per convincere il governo Netanyahu a fermare quella che riteniamo essere una pulizia etnica, che rischia di diventare un vero e proprio genocidio ai danni di palestinesi inermi che tentano solo di mangiare, bere e sopravvivere sulla loro terra, abbia provocato la reazione minacciosa di estremisti sostenitori della linea politica del governo israeliano.

Tengo a ribadire con forza che non abbiamo assolutamente nulla contro il popolo israeliano, che rispettiamo profondamente, ma la nostra critica è rivolta esclusivamente all’attuale governo Netanyahu e alle sue politiche.

Non arretreremo di un millimetro, perché riteniamo di avere ragione e perché quello che stiamo subendo noi è nulla rispetto al dolore dei padri e delle madri palestinesi e israeliani che hanno perso i loro figli a causa dell’incapacità della comunità internazionale di imporre una pace giusta e duratura, che garantisca la coesistenza pacifica di due Stati sulla stessa terra.

Bisogna impedire che atti di terrorismo, come quello avvenuto il 7 ottobre 2023 che ha generato 1.200 vittime tra civili e militari, vengano strumentalizzati da Hamas e che le minacce di morte verso chi cerca di mantenere distinta la solidarietà verso il popolo palestinese dal sostegno al terrorismo possano ulteriormente aggravare la situazione.

La nostra lotta civile e non violenta non si fermerà fino alla conquista della Pace”.

LA SOLIDARIETÀ

«Le parole d’odio e le intimidazioni che hanno preso di mira il presidente della Regione Puglia sono un segnale allarmante della degenerazione del confronto pubblico. A chi tenta di avvelenare il dibattito con la violenza, noi rispondiamo con fermezza e con la forza della democrazia». Lo dichiara il segretario regionale del Pd Puglia, Domenico De Santis dopo le minacce via social ricevute dal presidente dal governatore pugliese Michele Emiliano dopo la sua decisione, la prima di un governatore in Italia, di rompere i rapporti con il governo israeliano per il «genocidio» palestinese.

Il Partito Democratico della Puglia ha «condiviso la scelta del presidente Emiliano di sospendere i rapporti istituzionali con il governo di Israele, in segno di protesta contro l’eccidio in corso a Gaza e per richiamare l’attenzione della comunità internazionale su una crisi umanitaria inaccettabile».

«Difendere il diritto alla vita e alla dignità del popolo palestinese - prosegue De Santis - non significa schierarsi contro qualcuno, ma dalla parte dell’umanità. La Regione si è schierata contro i governanti non contro il Popolo Israeliano. Confidiamo sempre che si arrivi al riconoscimento dei due Stati in piena pace e convivenza. Il nostro impegno come partito è quello di sostenere ogni iniziativa istituzionale che promuova la pace e la giustizia».

«Sento di esprimere tutta la mia solidarietà al presidente Emiliano, oggetto di un attacco violento e ingiustificabile per aver preso una posizione legittima, insieme al consiglio regionale pugliese, in merito alle politiche del governo di Netanyau, che da quasi due anni ammazza sistematicamente migliaia di civili inermi nella striscia di Gaza – commenta il sindaco Vito Leccese -. Come sempre, le minacce sono anonime, ma confido che gli inquirenti possano individuare i responsabili, che nascosti dietro a una tastiera continuano ad alimentare un clima di odio insopportabile».

«Le intimidazioni ricevute sono il sintomo preoccupante di un clima avvelenato che non può essere ignorato né minimizzato. La 'colpa' del presidente Emiliano? Aver assunto una posizione netta e coraggiosa sul conflitto in Medio Oriente, sospendendo ogni rapporto istituzionale e commerciale con il governo israeliano guidato da Netanyahu, in segno di denuncia per quanto sta accadendo a Gaza». Lo affermano dal movimento Con il capogruppo nel Consiglio regionale pugliese Alessandro Leoci, gli assessori Alessandro Delli Noci, Gianfranco Lopane ed il consigliere delegato Stefano Lacatena in riferimento alle minacce social ricevute dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. «Questo gesto che ha il valore politico e morale di una presa di posizione chiara in difesa dei diritti umani, è stato sufficiente - aggiungono - a trasformarlo in bersaglio di minacce vili, che condanniamo con assoluta fermezza».

«Il presidente Emiliano non è solo. È con lui la voce di tanti cittadini, di tante coscienze libere, di chi crede che la politica debba saper parlare con coraggio anche quando è scomoda. Siamo accanto a lui, oggi più che mai - concludono Leoci, Delli Noci, Lopane e Lacatena - nel ribadire che nessuna minaccia potrà mai zittire la libertà di pensiero e l’autonomia delle istituzioni»

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