I nodi della Regione
Puglia, centrosinistra con il pallottoliere per cambiare la legge sulle nomine
Norme elettorali, De Santis (Pd) apre al centrodestra per riscriverle in fretta. Si media sulla candidabilità dei sindaci: si dovranno dimettere tre mesi prima
BARI - Il centrosinistra riunisce le truppe della maggioranza alla Regione Puglia, prova a tracciare un elenco delle priorità per la ripresa (a febbraio, dopo quasi un mese sabbatico) e si confronta con le complicazioni legate al pallottoliere: per intervenire e aggiustare le leggi più discusse, quella anti-trombati promossa dalla grillina Antonella Laricchia e quella anti-Decaro (con i 180 giorni necessari per i sindaci aspiranti al seggio in via Gentile) sarà necessario costruire percorsi condivisi per blindare i numeri in aula, con maggioranze da consolidare caso per caso.
Nel Palazzo del Consiglio regionale, con il segretario regionale del Pd Domenico De Santis e il capogruppo dem Paolo Campo, erano presenti anche il consigliere del governatore Emiliano, Giovanni Procacci, Alessandro Delli Noci e Alessandro Leoci di Con, Sebastiano Leo della civica Per la Puglia e Ruggiero Mennea per Azione (ormai stabilmente in maggioranza nonostante la nomina non condivisa da Calenda dell’assessore Fabiano Amati).
I lavori della riunione hanno avuto un preambolo di buone intenzioni e una parte operativa, ovvero quella riguardante l’iniziativa legislativa che vorrebbe assumere il Pd per cambiare le modalità di candidature dei sindaci e la norma sulle nomine. La linea della coalizione sarà quella di «affrontare con senso di responsabilità e rafforzata coesione l’ultimo anno di legislatura con l’obiettivo di approvare leggi capaci di migliorare la qualità della vita dei pugliesi e rendere più efficaci ed efficienti le norme elettorali e quelle che regolano la gestione della complessa macchina amministrativa regionale».
L’incertezza sui numeri in aula (già manifestatasi nell’ultima riunione, quella del Bilancio), spinge a ragionamenti prudenti. Sulla questione dei primi cittadini la modifica possibile, come scritto dalla Gazzetta, ricalcherà la tempistica prevista in Abruzzo: tre mesi prima del voto. Sulla questione nomine, invece, si gioca una partita politica differente: i numeri vanno trovati conquistando una sponda nei pentastellati, sensibili alle sirene della legalità e pronti su questo a ritrovare un feeling con l’antico elettorato più giustizialista e populista. Non a caso il documento diffuso post riunione parla di «eliminare i profili di incostituzionalità e inopportunità politica contenuti nelle leggi», fronte su cui i grillini Turco e Donno si sono detti disponibili al dialogo (non rischiando di sconfessare la precedente linea che aveva portato a votare la proposta della Laricchia). Dopo questo incontro, e in attesa che il Movimento sciolga alcuni nodi operati (a partire da quello delle alleanze più o meno organiche) il passaggio successivo prevede il rafforzamento «del dialogo con il Movimento 5 Stelle», tenendo conto delle «prospettive politiche che potrebbero aprirsi in vista delle prossime elezioni». La riunione è stata aggiornata alla prossima settimana, quando il Pd e Azione avranno una proposta da condividere con gli alleati, e subito dopo da presentare ai contiani.
Una prospettiva chiara di dialogo con l’opposizione sui codici di partenza delle competizioni, infine, emerge dalla nota del segretario dem De Santis: «Le regole si cambiano tutti insieme. Sulla legge elettorale siamo disponibili a discuterne a condizione che si trovi un accordo, oltre che in maggioranza, anche con le opposizioni». Poi una considerazione sulle prossime scadenze dell’assemblea pugliese: «Abbiamo ragionato delle priorità da porre in consiglio regionale a partire dall’abolizione del divieto dei sindaci di candidarsi, dalla legge sull’edilizia residenziale pubblica, sulla legge per il contrasto della povertà alimentare. Nei prossimi giorni approfondiremo gli argomenti e saremo pronti per una sintesi». Per De Santis «la riunione è stata proficua perché abbiamo condiviso il metodo del confronto con la minoranza sulla legge elettorale e si è ragionato su come sistemare il pasticcio legislativo creato dall’emendamento sulle nomine. Infatti la norma allo stato è inapplicabile oltre a contenere profili di incostituzionalità». «Nei prossimi giorni presenteremo un disegno di legge per mettere riparo a questi errori e per salvaguardare i principi di trasparenza e di meritocrazia delle nomine. Il testo lo condivideremo in maggioranza e ci confronteremo con il Movimento 5 Stelle», conclude De Santis. La base di partenza è quella presentata dall’assessore Nicola Grasso al Comune di Bari, testo a cui ha messo mano anche il Pd: questa può diventare la chiave per saldare nella fase finale del mandato i contiani alla «coalizione dei pugliesi». Equilibri romani (decisi dal capo politico del Movimento) permettendo. Oggi, infine, si riunisce la capigruppo, presieduta da Loredana Capone: la ripartenza dei lavori in aula non avverrà prima del 4 febbraio.