Il caso

Scuola, approvate linee di dimensionamento scolastico in Puglia: 18 istituti in meno per il 2025/2026

Un numero che si aggiunge ai 44 a cui, già a dicembre 2023, è toccata la stessa sorte

BARI - Adesso è ufficiale: l'anno scolastico 2025/2026 vedrà 18 istituti scolastici in meno in tutta la Puglia. La Regione ha infatti approvato le nuove linee di indirizzo per il dimensionamento scolastico, come annuncia l'assessore alla Formazione Sebastiano Leo. 

«In particolare - spiega l’assessore - per quanto riguarda l’assetto, le istituzioni scolastiche regionali dovranno essere riorganizzate al fine di consentirne la riduzione di 18 unità prevista dal ministero. È stato Infatti stabilito i con il decreto n. 127 del 30/06/2023 che il numero di sedi scolastiche attivabili in Puglia 2025/26 è pari a 565, corrispondenti ad un ugual numero di autonomie scolastiche con un dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali ed amministrativi. Pertanto, rispetto alle 583 istituzioni scolastiche attualmente attive in Puglia, per l’anno scolastico 2025/26 sono previste in totale 565 autonomie con un posto di dirigente scolastico e direttore dei servizi generali e amministrativi con contratto stabile, ovvero 18 istituzioni scolastiche in meno rispetto alle attuali».

Il procedimento previsto è partecipato: entro il 20 settembre - si legge nella nota - saranno svolti incontri territoriali finalizzati alla concertazione e alla definizione di ipotesi di assetto. Entro l’11 ottobre, quindi, le istituzioni scolastiche e tutti gli enti interessati potranno presentare le proposte e, dopo l’approvazione dei piani provinciali e il parere dell’Ufficio scolastico regionale, la Regione approverà il Piano entro il 30 novembre, come previsto dalla legge nazionale.

Il precedente

Un numero, quello dei 18 istituti, che si aggiunge ai 44 a cui, già a dicembre 2023, è toccata la stessa sorte, nonostante le proteste dei sindacati. Già all'epoca, la denuncia della Gilda degli insegnanti criticava non solo la scelta di dar vita a dei maxi istituti, ma anche la volontà politica, da parte della Città Metropolitana di Bari, di concentrare gli accorpamenti tutti in provincia. La regione, adesso, non ha ancora individuato le scuole che finiranno nel nuovo rimpasto, né è chiaro se stavolta toccherà anche agli istituti del capoluogo. Ma se l’ultima volta nel mirino ci erano finite scuole elementari e medie, ora il dimensionamento interesserà anche le superiori, come denunciato alla Gazzetta da Vito Carlo Castellana, coordinatore provinciale del sindacato della Gilda degli insegnanti: «Questa scelta chiaramente penalizza l’intero sistema scolastico. Il ministro dell’Istruzione, Valditara, dice che in teoria non è stata chiusa nessuna scuola. Ed è vero. Però, quando ci sono gli accorpamenti inevitabilmente l’organico ne risente». La cosa, continua Castellana, ha delle ricadute anche sulla didattica, perché «operare in un collegio docenti con tantissimi insegnanti significa operare in una sorta di conferenza di servizio, dove nessuno riesce a prendere la parola».

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