La notizia

Sannicandro rientra all’Asset, reintegrato come direttore generale. Ma non gestirà più appalti

Massimiliano Scagliarini

Dopo la revoca dell’interdizione all'ingegnere barese imputato per corruzione e turbativa d'asta. La Regione cambia l’assetto organizzativo dell'agenzia: al manager solo compiti organizzativi

BARI - Lunedì sera il governatore Michele Emiliano ha firmato il decreto con cui ha revocato il commissariamento dell’agenzia Asset. E dunque ieri Elio Sannicandro è tornato al suo posto di direttore generale. È l’effetto del provvedimento con cui la scorsa settimana il gup Isabella Valenzi ha revocato l’interdizione disposta a novembre a carico del 60enne manager barese, finito a giudizio nell’ambito del processo su tangenti e appalti truccati del dissesto idrogeologico.

Prima della riammissione in servizio (che per certi versi è un atto dovuto: c’è un contratto in vigore fino a novembre 2025) la Regione ha modificato gli assetti organizzativi dell’Asset, introducendo una separazione di compiti per cui il direttore generale si occuperà solo di strategia e programmazione mentre gli adempimenti in materia di appalti sono stati demandati a un dirigente. Un aspetto valorizzato dal gup per ritenere che sia venuto meno il rischio di reiterazione dei reati contestati (l’accusa è che avrebbe preso 60mila euro dall’imprenditore lucerino Antonio Di Carlo per favorirlo nell’aggiudicazione di lavori) ai quale pure Sannicandro si è sempre detto estraneo. Il commissario nominato a novembre, l’ex generale della Finanza Salvatore Refolo, resta in carica come delegato al dissesto idrogeologico, l’ambito in cui sarebbero stati compiuti i reati contestati dalla Procura di Bari.

La misura interdittiva nei confronti di Sannicandro era stata annullata con rinvio dalla Cassazione, ma il nuovo giudizio davanti al Riesame non si è svolto perché nel frattempo è intervenuta la revoca. Le motivazioni della Cassazione non sono ancora state depositate, e potrebbero aver rivalutato i gravi indizi di colpevolezza in senso affine alle posizioni della difesa (avvocato Michele Laforgia). Ipotesi, quest’ultima, che avrebbe consentito a Sannicandro di optare per il rito abbreviato invece che per il dibattimento (al via il 1° ottobre). 

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