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Deliceto a nord, Statte a sud: il piano della Regione per i rifiuti

Redazione Inchieste

Dal Consiglio di Stato ok all’ampliamento Cisa: il Salento è salvo

L’ampliamento della discarica (pubblica) di Deliceto disposto la scorsa settimana dalla giunta regionale nell’ambito della revisione del Piano dei rifiuti mette in sicurezza la tenuta del sistema di smaltimento per la Puglia centro-nord. Ma c’è una sentenza del Consiglio di Stato che, alcuni giorni fa, ha dato tranquillità anche al Salento, con l’ok all’ampliamento della discarica Cisa di Statte.

I giudici di Palazzo Spada (Quarta sezione, presidente Carbone) hanno infatti revocato la sospensiva del Tar di Lecce all’autorizzazione regionale per il «rimodellamento» della discarica, con cui ampliare la capacità dell’impianto per altri 180mila metri cubi. Cisa ha stipulato un accordo di programma con Ager che prevede di riservare le nuove volumetrie per i rifiuti urbani, a un costo di 100 euro a tonnellata rispetto ai 400 di listino.

La Puglia, come è emerso dalla relazione che accompagna le modifiche al piano dei rifiuti firmate dall’assessore Serena Triggiani, è in una situazione critica avendo a disposizione una sola discarica pubblica. Da qui la necessità di ricorrere agli impianti privati, che - dopo l’annullamento della delibera sugli impianti minimi - devono essere pagati a prezzo di mercato. Da qui le circostanze valorizzate nell’ordinanza del Consiglio di Stato che ha accolto il ricorso della Cisa (avvocati Luigi e Pietro Quinto) contro lo stop disposto dal Tar su ricorso del Comune di Statte. «Appare prioritario - scrivono i giudici - assicurare l’efficacia della rete impiantistica regionale di smaltimento dei rifiuti, nelle more dell’udienza di merito fissata dal Tar, anche in ragione del fatto che non sussistono elementi per prospettare un danno grave ed irreparabile alla comunità locale, in ragione della natura dell’intervento autorizzato (rimodellamento della colmata finale di una discarica già esistente)».

L’utilizzo di impianti già esistenti è infatti più semplice (e più economico) rispetto all’apertura di nuovi siti. La Regione lo sa bene, visto che le due discariche di Conversano e Corigliano D’Otranto, pronte da anni, non vengono aperte per via dell’enorme pressione del territorio. E così la frazione residua secca dei rifiuti urbani deve essere portata in discarica fuori dalla Puglia, con enormi costi di trasporto che si aggiungono a quelli per lo smaltimento, facendo crescere la pressione fiscale sui cittadini. La stessa Regione ha espresso «soddisfazione» per l’ordinanza, perché consente di garantire la tranquillità del servizio durante la stagione estiva. 

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