L'intervista

La Scala: «Ho lavorato tre anni per la legalità ma le mie denunce sulle Asl hanno dato fastidio a qualcuno»

Massimiliano Scagliarini

L'ex capo Nirs: «Ho pagato le mie denunce, ma Emiliano non mi ha rinnovato»

BARI - «Il mio incarico al Nirs è scaduto il 10 febbraio. Non era prorogabile, ma era rinnovabile a discrezione del presidente. È stata una bellissima esperienza, sono e sarò sempre disponibile a lavorare per la legalità, anche gratuitamente. Ma è sempre giusta la rotazione in tutti i ruoli, come ad esempio nell’associazione Penelope che ho guidato per due anni. Non è giusto dire che sono stato cacciato dal Nirs, non è così».

Eppure, avvocato Antonio La Scala, si sarà chiesto come mai non è stato rinnovato.

«Forse, al di là della necessaria rotazione, non ho adempiuto ai miei compiti come avrei dovuto».

In che senso?

«Probabilmente non ho soddisfatto le aspettative di chi mi ha nominato, che vedeva nel coordinatore del Nirs una figura diversa da come io l’ho concepita e sviluppata».

Insisto. In che senso?

«Il coordinatore solitamente si limita a sovraintendere le varie ispezioni. Io invece, per il rigore che mi è imposto dalla mia professione, quella di difensore che crede nelle garanzie dell’ordinamento, ho spesso voluto approfondire in prima persona le questioni. E l’ho fatto senza interferire con le conclusioni dei singoli ispettori».

Provo a tradurre: lei ha denunciato parecchie irregolarità all’autorità giudiziaria.

«Il coordinatore, insieme al Nucleo stabile del Nirs composto da cinque persone, redige la Relazione annuale di controllo che viene sottoposta al dirigente del Servizio ispettivo, il quale valuta la trasmissione degli atti alle Procure. E questo, nei miei tre anni di coordinamento, è puntualmente avvenuto»...

LEGGI IL RESTO DELL'INTERVISTA SULLA NOSTRA DIGITAL EDITION E SUL CARTACEO

Privacy Policy Cookie Policy