I nodi (e i costi) della politica

La mostra in Cina e il viaggio segreto della grillina Di Bari

Massimiliano Scagliarini

La delegata alla Cultura va in Cina per una mostra della durata di 5 giorni, la Regione non lo dice e continua a nascondere le spese

BARI - Sabato della scorsa settimana la consigliera delegata alla Cultura, Grazia Di Bari, è volata per la seconda volta a Guangzhou. Ma stavolta, a differenza di quanto accaduto per la spedizione a Washington o anche per la precedente missione cinese del dicembre 2023, la Regione non ha ritenuto di dover dare notizia della propria partecipazione alla cerimonia conclusiva della mostra «I doni degli Dei. L’Apulia Felix tra Greci, nativi e Romani» organizzata e pagata con fondi pubblici e (all’epoca) propagandata con grande squillo di trombe: il comunicato stampa predisposto dalla grillina non è infatti stato diramato, nonostante la missione si sia ufficialmente conclusa ieri sera.

Strano, visto che nello scorso dicembre l’inaugurazione della mostra di Canton (in cui ci sono reperti archeologici provenienti dai musei pugliesi) era stata accompagnata da dichiarazioni roboanti sull’importanza degli accordi strategici firmati con i partner cinesi in materia di cultura e turismo. La missione è stata dunque mantenuta segreta (se ne trova traccia solo sui social della consigliera) forse anche per via dell’imbarazzo che aleggia in Regione sulle spese affrontate dal 2022 per i viaggi in giro per il mondo della Di Bari. Spese che la Regione sta dolosamente nascondendo, nonostante la pubblicazione sia obbligatoria per legge in base al Decreto legislativo 39/2013 e nonostante questo sia sempre stata accuratamente omessa. Soltanto il 14 marzo, a ben oltre un mese dalla richiesta di accesso civico presentata dalla «Gazzetta», e dopo una richiesta di riesame con diffida per omissione di atti di ufficio, i responsabili hanno pubblicato sul sito regionale gli importi dei rimborsi pagati ai componenti della giunta regionale e alla stessa Di Bari. Ma la Regione non ha ancora fornito alla «Gazzetta» i documenti richiesti, ovvero le autorizzazioni e i giustificativi di spesa relativi alla Di Bari, che nel 2022 è stata nominata da Emiliano «consigliere delegato» alla cultura: una figura che non esiste nello Statuto, e per la quale - dunque - potrebbe esserci qualche problema...

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