Ambiente
Idrogeno, un ponte tra Puglia e Sicilia per un futuro sostenibile
Musso (Irem): insieme verso la transizione ecologica. Oggi il Meridione produce il 52,3% della quota nazionale di eolico, solare e bioenergie, e diventerà presto tra gli hub europei dell'H2
Il Mezzogiorno d'Italia rappresenta sempre più il principale serbatoio italiano di energie rinnovabili. E tra le regioni del Sud, la prima per potenza installata di impianti Fer (Fonti energetiche rinnovabili), secondo uno degli ultimi rapporti Ges (gestore servizi energetici) è guarda caso proprio la Puglia (10,4% della potenza nazionale). Seguono a distanza la Sicilia (6,5%) e anche la Basilicata Campania (5,7%). Non solo. Oggi il Meridione produce il 52,3% della quota nazionale di eolico, solare e bioenergie, e diventerà presto uno dei principali hub europei dell'idrogeno. A sostenerlo è Giovanni Musso, presidente della sezione imprese metalmeccaniche di Confindustria Siracusa nonché amministratore delegato della «Irem», azienda leader che si occupa di costruzione e manutenzione di impianti green energy, con sede a Siracusa, 330 milioni di euro di fatturato e 4mila dipendenti. Recentemente la «Irem» si è aggiudicata la realizzazione e la gestione del primo impianto di idrogeno rinnovabile in Sicilia, a Priolo Gargallo.
«Il Mezzogiorno, con la creazione delle Valli dell’idrogeno in Puglia e in Sicilia - spiega Musso - avrà un ruolo da protagonista nei progetti di trasporto ferroviario e stradale, svolgendo un ruolo chiave nella transizione ecologica. In Irem, stiamo attualmente iniziando la costruzione dell’impianto H2-SR a Priolo Gargallo (SR), un progetto che prevede la ristrutturazione di un’area industriale dismessa. Il cuore dell’impianto è l’elettrolizzatore, che riceve energia elettrica e acqua come input, restituendo idrogeno e ossigeno come output. Il progetto H2-SR prevede la produzione di circa 170 tonnellate/anno di idrogeno rinnovabile attraverso l’energia elettrica generata da un impianto fotovoltaico dedicato di circa 5 MW di potenza, assicurando che l’energia utilizzata sia completamente rinnovabile. L’idrogeno rinnovabile prodotto sarà impiegato per mezzi di trasporto come gli autobus a idrogeno e per i processi di raffinazione del polo industriale di Siracusa».
È auspicabile, dunque, un ponte tra la Puglia e la Sicilia grazie all’idrogeno?
«La collaborazione tra Sicilia e Puglia potrebbe certamente creare un ponte dell’idrogeno tra le due regioni, unendo le forze per promuovere una transizione energetica sostenibile nel Mezzogiorno d’Italia. La Sicilia, ambendo a essere un ponte per l’Italia e per il resto dell’Europa, rappresenta un hub naturale per l’idrogeno nel Mediterraneo. Attraverso la collaborazione con i paesi africani, ricchi di potenziale in solare, eolico e idrogeno verde, la Sicilia potrebbe diventare un hub europeo, contribuendo all’indipendenza energetica del nostro Paese e alla riduzione delle emissioni, in linea con le direttive dell’Unione Europea. Va notato che stanno emergendo in tutta Europa le cosiddette “Hydrogen Valley”, progetti che combinano produzione, infrastruttura e utilizzo dell’idrogeno in un’unica regione, con particolare attenzione a Puglia e Sicilia nel contesto del Pnrr italiano, che ha destinato 500 milioni di euro, di cui il 50% al Mezzogiorno, per realizzare tali progetti»...
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