l'evento

Corato, Parco dell’Alta Murgia: scrigno di biodiversità

Giampaolo Balsamo

Il sottosegretario Barbaro al Festival della Ruralità: «Tutelare le aree protette»

BARI - Taglio del nastro, ieri sera, per la sesta edizione del «Festival della Ruralità» nel cuore del Parco dell’Alta Murgia, il Parco rurale più grande d’Italia: per tre gorni, infatti, la masseria «Cimadomo» in contrada «San Magno» a Corato sarà la pittoresca cornice settecentesca dove si svolgeranno dialoghi intorno al cibo, laboratori esperienziali, itinerari, show cooking, degustazioni, mostre e concerti.

«I prodotti identitari dei 15 Comuni del Parco saranno al centro del Festival - ha esordito il presidente del Parco dell’Alta Murgia, Francesco Tarantini - e attraverso essi i visitatori potranno conoscere storie, paesaggi, saperi e valori millenari, custoditi in una grande varietà di eccellenze». All’inaugurazione del Festival, tra gli altri ospiti anche il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Claudio Barbaro.
Sottosegeratario, qual è l'importanza dei Parchi e di simili iniziative?
«L’importanza dei 24 Parchi Nazionali italiani, ai quali andranno aggiunti quelli in via di istituzione, è triplice. La prima, naturalmente è che l’area protetta nasce per custodire, tutelare e proteggere il patrimonio bio-naturalistico, le specificità di biodiversità vegetale e animale e non solo per conservare, ma anche per fare ricerca scientifica. La seconda è quella di avvicinare l’uomo alla natura, ai suoi equilibri e alle sue “parole”, attraverso una forma di turismo sostenibile. Su questo argomento, noi siamo convinti che il vero ambientalismo non sia quello di colloca la natura sotto una campana di vetro, ma quello di inserire l’uomo dentro le sue dinamiche rendendolo consapevole e partecipe della sua salvaguardia. La terza funzione che assolvono i parchi è quella della tutela dell’agricoltura tradizionale, un’agricolture di qualità, perché nelle colture delle aree protette non si possono utilizzare criteri invasivi di agrochimica e agrofarmaci. Questa triplice funzione, rende i nostri parchi un patrimonio inestimabile.

A tal riguardo Agenda 2030 impone degli obiettivi da perseguire, come vi state muovendo?
«Stiamo seguendo gli obiettivi che ci siamo dati e che ci chiedono l’Agenda 2030 e i nuovi orientamenti, quali ad esempio l’incremento della superficie delle aree protette terrestri e marine. Lo facciamo con molta attenzione, sensibilità e accortezza, ma in maniera laica. Noi siamo preposti alla tutela dell’ambiente, ma non viviamo un ambientalismo ideologicizzato basato sull’imporre solo limiti e divieti alle attività antropiche: al contrario, riteniamo che il miglior modo per preservare l’ambiente e la natura sia farlo in armonia, in sintonia e in equilibrio con le altre necessità e interessi del vivere civile e del progresso della società umana».
Il Parco come "forziere" di prodotti tipici identitari
«La tipicità, e l’eccellenza agroalimentare italiana, trova nei parchi naturali un suo catalizzatore proprio per quello che sostenevo prima, ossia che all’interno della aree protette ci sono protocolli e discipline da seguire che rendono quelle attività agricole poco impattanti e non invasive. Il frutto di quell’attività agricola è un prodotto sano che conserva tutte le caratteristiche organolettiche tipiche di una cultura tradizionale, ma anche di quel patrimonio enogastronomico che è un elemento imprescindibile dell’italianità, della nostra cultura, della nostra storia. In genere la tipicità alimentare, non solo per noi italiani, rappresenta un tassello fondamentale della costruzione della cultura nazionale. Noi in questo siamo tra i paesi più “colti” al mondo, perché è risaputo che il nostro patrimonio agroalimentare regionale è molto vario. Dunque, l’idea di avere tante aree protette, anche a garanzia della specificità del prodotto agricolo tipico, attribuisce una rilevanza tale di cui l’amministrazione deve sempre tenerne presente, valorizzandole e incentivandole».

Cosa si sta facendo per valorizzare i Parchi?
«Per incentivare la tutela e lo sviluppo dei parchi abbiamo messo diverse iniziative in campo. La prima è una proposta di implementazione degli organici tecnici e amministrativi: un passo importante per venire incontro alle esigenze di tutela delle aree protette. Ci stiamo interessando anche per arrivare ad una proposta di legge per il riordino sistemico della governance dei parchi, che dovrebbero godere di procedure veloci e snelle. Inoltre dovrebbero essere in grado di selezionare le migliori figure per guidare i consorzi di gestione, e di individuare dei direttori generali, una carica che andrebbe meglio professionalizzata, potendo aprire la partecipazione alla carica alle migliori competenze manageriali del Paese. Abbiamo anche bisogno di mettere a sistema tutta l’esperienza die Parchi Nazionali attraverso una significante opera di digitalizzazione e, in questa prospettiva, stiamo lavorando in sinergia con Federparchi raccogliendo costantemente un confronto con gli operatori e gli attori del territorio.
Il Parco dell'Alta Murgia è candidato a diventare geoparco, un obiettivo importante per la Regione Puglia e un ulteriore fiore all'occhiello per l'Italia.
«Per ciò che riguarda nello specifico del Parco dell’Alta Murgia, posso dire che per noi è un riferimento importantissimo. La parte meridionale del Paese è caratterizzata da un numero consistente di aree protette, a cominciare dalla Campania che vede Vesuvio e Cilento con due parchi regionali in mezzo che si collegano idealmente e geograficamente con i parchi della Calabria, Aspromonte, Sila e Pollino, con quest’ultimo che abbraccia due regioni, Calabria e Basilicata, dove a sua volta c’è il parco nazionale dell’Appennino Lucano che è vicino all’Alta Murgia e poco più a nord c’è il Parco Nazionale del Gargano.
Questa grandissima esperienza di tutela di aree protette del Mezzogiorno, la interpretiamo come un’occasione fondamentale per implementare questa coscienza condivisa delle tematiche ambientali, declinata però in una logica in cui l’uomo è partecipe e compartecipe nel suo sviluppo e nella sua produttività».

Privacy Policy Cookie Policy