fenomeno allarmante
La Puglia è terza in Italia per numero di minacce e intimidazioni
Amministratori sotto tiro: i dati di Avviso pubblico
PUGLIA - C'è chi trova i copertoni squarciati alla propria auto e chi rabbrividisce vedendo la stessa ridotta ad un cumulo di cenere, c’è chi si ritrova un manichino impiccato davanti ai propri occhi oppure riceve telefonate minatorie nel cuore della notte, minacce o insulti attraverso i social network. Non se la passano certamente bene i diversi sindaci, assessori, consiglieri comunali e, più in generale, i dipendenti pubblici nel nostro Paese e della Puglia in particolare che, a malincuore, rientra nella top-five delle regioni con il più alto numero di intimidazioni subite dagli amministratori locali.
Nel 2022, infatti, secondo il rapporto «Amministratori sotto tiro» curato dall’associazione «Avviso pubblico», a livello nazionale sono stati 326 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza (-25% rispetto al 2021, quando furono 438) rivolti contro dipendenti della Pubblica amministrazione e la Puglia, come detto, si attesta al terzo (con 48 episodi denunciati) dopo Sicilia e Campania, con un aumento (+17%) rispetto al 2021. Tra le province pugliesi, è il Salento con il più alto numero di amministratori sotto tiro (15).
Il focus sulle vittime conferma la maggior incidenza di casi ai danni delle figure costituenti il front per il cittadino ovvero sindaci, consiglieri e assessori comunali.
«I dati di questo dodicesimo Rapporto - dimostrano che gli amministratori locali restano le prime figure verso cui si riversano pressioni criminali e sociali. Io personalmente l’ho vissuto in prima persona», ha commentato il coordinatore della regione Puglia di Avviso Pubblico, Pierpaolo d’Arienzo, che è anche primo cittadino di Monte Sant’Angelo più volte minacciato da quando è sindaco. D’altra parte, ancora prima della sua elezione, il suo profilo antimafia fu subito chiaro: «Non sarò il sindaco dei criminali, la mia lista non vuole i loro voti».
Sindaco, cosa si prova ad amministrare il Comune e ad essere minacciato?
«Quando si colpisce un amministratore locale non si mette nel mirino una persona, ma la comunità nella sua interezza e la democrazia del sistema Paese. La prima cosa che si prova è la solitudine e l’isolamento ma, anche, la paura di mettere in pericolo la propria famiglia, il timore di non riuscire a proteggerla. L’isolamento, fortunatamente, viene abbattuto nelle ore successive quando si fanno sentire la solidarietà e la vicinanza degli altri cittadini, delle istituzioni locali e nazionali. Ricordo che, quando furono incendiate la porte del Comune, il Vescovo organizzò una manifestazione antimafia con lui in testa. Quando trovai i proiettili e liquido infiammabile sulla mia auto, fu commovente la solidarietà ricevute dagli studenti, dai ragazzi che si riunirono nei pressi del Palazzo di città. È l’abbraccio forte della comunità che ti va andare avanti in certi momenti. Contro la criminalità organizzata bisogna organizzare e formare la comunità».
Cosa dovrebbe fare il Governo per garantire più sicurezza agli amministratori locali?
Come Avviso Pubblico esprimiamo apprezzamento per il lavoro che sta svolgendo l’Osservatorio sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, istituito presso il Ministero dell’Interno, cui anche la nostra Associazione partecipa. Un segnale importante, che dimostra attenzione nei confronti di sindaci e dipendenti pubblici sotto la pressione delle organizzazioni criminali e di altri gruppi violenti. Sarebbe importante in questo senso estrapolare i dati relativi all’applicazione della legge n.105 del 2017, che inasprisce le sanzioni per gli atti di intimidazione nei confronti degli amministratori locali e amplia gli strumenti di indagine. Ci risulta dalle cronache nazionali e locali che la maggior parte delle minacce perpetrate rimane oggi impunita, non identificandone i responsabili. Un altro segnale concreto è stata l’attivazione del Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori, istituito con la Legge di Bilancio 2022 - strumento richiesto da Avviso Pubblico - che è stato rinforzato con un ulteriore milione di euro per il 2023. In questo senso l’auspicio è che il Fondo sia rifinanziato anche per gli anni oltre il 2024 e possa divenire permanente. Inoltre, poiché le intimidazioni infliggono talvolta danni immateriali alla persona, riteniamo auspicabile che il Fondo possa essere utilizzato anche per offrire agli amministratori locali vittime di reiterate minacce e aggressioni, un qualificato sostegno psicologico».
Quanto è importante la prevenzione?
«È evidente che oltre alle strategie di repressione e alle sanzioni previste, è necessario operare sul versante della prevenzione, stimolando una cultura del rispetto delle persone. E per farlo dobbiamo partire dalle scuole. Tutte le attività di educazione e sensibilizzazione portate avanti da Avviso pubblico con le Prefetture e con i Comuni beneficiari dei ristori, hanno riscontrato particolare attenzione. È necessario dare continuità a quei progetti che mirano a promuovere la cultura della legalità e l’educazione civica tra i più giovani, facendo loro conoscere in modo più ravvicinato il funzionamento degli Enti locali».