Lavoro & salari

Buste paga più «leggere» in Puglia e Basilicata

Gianpaolo Balsamo

L’Italia è tra i Paesi Ocse dove i lavoratori hanno una retribuzione inferiore

Salari bassi, Italia maglia nera d'Europa. Questo triste primato, propiziato dall’inflazione e il forte cambiamento che scuote il mercato del lavoro, è contenuto anche dal «Salary Outlook», il documento aggiornato dall’Osservatorio JobPricing su base semestrale, che fornisce uno studio annuale sull’andamento delle retribuzioni che consente di stimare con una buona approssimazione il valore delle prestazioni fornite dai lavoratori.

Certo, come si evince dal focus, nel 2022 si è registrato un aumento degli stipendi più bassi ma c'è ancora tanta strada da fare. Le retribuzioni medie nazionali, infatti, nel 2022 sono cresciute rispetto all’anno precedente per la prima volta dopo qualche anno di stagnazione. Nel 2022 la Ral (Retribuzione annua lorda) media è stata di 30.284 euro annui. Nell’ultimo anno, sono gli impiegati e gli operai a registrare il tasso di variazione più elevato, con una crescita media delle retribuzioni pari al 4,3% per la Ral degli impiegati e al 3% per gli operai.

Nonostante le retribuzioni in rialzo, però, il potere d’acquisto dei lavoratori italiani diminuisce, proprio a causa dell’elevata inflazione che nel 2022 è stata in media pari all’8,2%. «L’aumento delle retribuzioni medie nazionali - sottolinea Matteo Gallina, responsabile dell’Osservatorio JobPricing - è da rintracciarsi anche nel tentativo di molte imprese di tutelare i propri lavoratori rispetto alla bolla inflazionistica, di cui non sappiamo ancora prevedere l’andamento nel prossimo futuro».

Certo è, nonostante le retribuzioni in rialzo, nel confronto con il resto del mondo, i salari italiani non ne escono bene: negli ultimi 20 anni sono rimasti sullo stesso livello. Inoltre, le nostre retribuzioni medie sono fra le più basse nei Paesi del gruppo Ocse: nella classifica 2021, infatti, l’Italia è 23esima su 34 Paesi con 40.767 dollari a parità di potere d’acquisto, dato inferiore alla media distributiva dei paesi Ocse di 51.606. Il divario dagli Stati Uniti è di circa 34mila dollari. All’interno dell’Eurozona, l’Italia è 11esima su 17 Paesi; svetta il Lussemburgo con 33mila dollari di potere d’acquisto in più del salario italiano. Fanalino di coda è la Slovacchia.

Per quanto riguarda le retribuzioni in Italia, i dati del 2022 raccolti dall’Osservatorio JobPricing fanno riferimento ad un universo di lavoratori dipendenti del settore privato pari a oltre 15 milioni di unità, composto per l’1,3% da dirigenti, il 4,4% da quadri, il 36,1% da impiegati e il 58,1% da operai.

Come detto, la retribuzione annua lorda (Ral) media nazionale del 2022 è di 30.284 euro. La media per i dirigenti è di 103.418 euro, la media dei quadri di 55.632 euro, gli impiegati si attestano in media a 32.174 ed infine gli operai a 25.522 euro.

Entrando nel dettaglio, le regioni che registrano le retribuzioni più alte sono la Lombardia, la Liguria e il Lazio; al contrario, i salari più bassi si riscontrano tutti nelle regioni del Sud e Isole.

La Puglia è al quartultimo posto con una retribuzione annua lorda nel 2022 di 27.035 euro. Fanalino di cosa la Basilicata con una Ral di 25.710.

Analizzando invece, i divari salariali, notiamo che in Puglia la Ral media dei dirigenti nel 2022 è stata quasi di 100mila euro (in Basilicata 84.560 euro), per i «quadri»pugliesi 51.448 euro (quasi 50mila euro per quelli lucani), per gli impiegati di Puglia 29.895 euro e 30.788 per quelli della Basilicata, 24.126 euro per gli operai pugliesi e 22.830 per i colleghi lucani.

Privacy Policy Cookie Policy