Flash mob

Pesca, la Lega contro il piano Ue, parla l'on. Casanova: «Le nostre marinerie a rischio»

Mimmo Mazza

Decisa l’eliminazione della pesca a strascico a partire dal 2030: «Stop scelte ideologiche, tuteliamo i nostri pescatori»

Flash mob della delegazione della Lega al Parlamento europeo per protestare contro il nuovo piano d’azione di Bruxelles a tutela delle aree marine. Tra gli europarlamentari impegnati, il pugliese Massimo Casanova.

«Con le sue scelte sbagliate - dice l’on. Casanova - l’Europa vuole mettere in ginocchio un’eccellenza e un settore fondamentale per l'economia italiana. La Lega al Parlamento europeo denuncia la miopia e la pericolosità di provvedimenti come l'eliminazione della pesca a strascico, che rappresenta una fonte fondamentale di reddito per le nostre marinerie, e l'aumento della tassazione sui carburanti attraverso la cancellazione degli sgravi fiscali sulle accise».

Onorevole Casanova, da giorni le marinerie, pugliesi comprese, stanno protestando contro il Piano d'azione marino proposto dalla Commissione europea che rischia, stando alle copiose critiche che piovono da più parti, di smantellare un settore fondamentale per l'economia nazionale, a tutto favore delle importazioni estere. Come vi state muovendo?

«La Lega si è subito pronunciata contro questo ennesimo attacco alla nostra economia. E ci batteremo fino alla fine a difesa dei nostri pescatori. Abbiamo convocato in plenaria il Commissario Sinkevicius per spiegare a muso duro tutti gli aspetti irricevibili del Piano d'azione marino, che sembra ideato per mettere definitivamente in ginocchio la pesca europea e italiana e spianare la strada all'import indiscriminato da Paesi terzi o, peggio, alle multinazionali che stanno investendo sul cibo artificiale. Ormai le importazioni hanno raggiunto quasi l'80% del pescato che portiamo in tavola. A preoccupare i pescatori, in particolare, il divieto della pesca a strascico dal 2030 che, secondo le stime fornite da Coldiretti, affonderebbe qualcosa come 500 pescherecchi in Puglia, quasi 3mila in tutta Italia, mettendo una pietra tombale sul settore ittico, asset fondamentale per l'economia nazionale. È evidente che non possiamo assecondare una scelta così scellerata, mossa da mera ideologia, priva di qualsivoglia analisi di impatto socio economico e basata su dati ideologicamente selezionati e ampiamente confutabili. Ricordo che in Puglia, come nel resto d'Italia, i nostri pescatori svolgono questa professione da una vita, tramandata di padre in figlio, e sono i primi tutori del mare, da cui traggono sostentamento: lo strascico, infatti, consente di agganciare nelle acque scarti di ogni genere, pericolosi per l'ecosistema marino, e di portarli a terra. Svolgono, pertanto, se vogliamo, anche un'attività di recupero e smaltimento rifiuti, fondamentale per la tutela ambientale. Il resto è mera ideologia».

Cosa si può concretamente fare?

«Per lavorare i nostri pescatori hanno dovuto spendere fior di quattrini per armare le imbarcazioni. Come ripagheranno la mole di investimenti sostenuta? Il 2030 è dietro l’angolo, non c’è il tempo di ammortizzare. Praticamente...

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