L'intervento

Congresso Regionale Cgil a Bari, Ministro Fitto: «Su autonomia importante confronto politico». Landini su ex Ilva: «Governo non tergiversi»

Redazione online

«Io penso sia giusto tenere dentro le legittime aspirazioni delle diverse realtà italiane sapendo che i rischi che vengono spesso preannunciati, come possibili conseguenze di un testo che ancora non c'è, ahimè sono la fotografia invece di una situazione che conosciamo»

Sull'autonomia differenziata «il governo presenterà un testo che si richiamerà nel rispetto della nostra Costituzione, degli articoli 116 e 117 ma che certamente si riferirà anche all’articolo 119, commi terzo e quinto: si muoverà in questo contesto. Prima di lanciare allarmi o rischi, io penso sia utile conoscere il testo. Il governo sta lavorando a un testo che io sono convinto sarà molto equilibrato». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione con delega al Sud, Raffaele Fitto, collegandosi con il congresso regionale della Cgil in corso a Bari.
«Io penso - ha continuato il ministro - sia giusto tenere dentro le legittime aspirazioni delle diverse realtà italiane sapendo che i rischi che vengono spesso preannunciati, come possibili conseguenze di un testo che ancora non c'è, ahimè sono la fotografia invece di una situazione che conosciamo» e che riguarda «la sperequazione, la differenza e i problemi del Mezzogiorno di Italia che sono parte integrante dei dati economici del nostro Paese. Che questo diventi un atteggiamento di utilizzo strumentale e un pò anche dal punto di vista politico è un rischio che dobbiamo evitare di correre soprattutto evitando di commentare un testo che ancora non c'è».

«Nell’attuale situazione, i diritti sono pienamente garantiti? La sfida è questa e dovrà partire da questo dato, non da quello che potenzialmente potrà succedere. Dobbiamo partire dalla fotografia dell’esistente quindi mi sembra sia un tema molto importante, delicato, che va utilizzato con assoluta prudenza e con equilibrio. E io sono certo che la sintesi della proposta del governo non mancherà né di garanzia né di equilibrio rispetto ai diritti fondamentali». Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione con delega al Sud, Raffaele Fitto, collegandosi con il congresso regionale della Cgil in corso a Bari. «Lavoreremo per questo con una visione ampia», ha proseguito evidenziando che «molte considerazioni sono collegate alla capacità di utilizzo delle risorse in modo efficace sia della coesione che sul Pnrr».

«Il confronto all’inizio di una legislatura con un governo che ha appena iniziato il suo percorso è un confronto necessario che noi vogliamo garantire e che sicuramente sarà alla base delle scelte fondamentali che portiamo in questa direzione": lo ha detto il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione con delega al Sud, Raffaele Fitto collegandosi con il congresso regionale della Cgil in corso a Bari parlando di autonomia differenziata.
Il ministro ha anche ricordato «che in passato sul federalismo fiscale ci fu un dibattito analogo e venne fuori un testo condiviso e approvato da tutti. Poi non se ne fece più nulla, non fu attuato ma rimase sullo sfondo».
«Il confronto politico ci sta - ha aggiunto - è importante che ci sia e capisco le posizioni, la logica che la politica ci porta ad assumere, però su tematiche di questo tipo credo sia fondamentale discutere nel merito e per quanto mi riguarda, è utile più che far parlare le opinioni o mettere in campo un preventivo confronto polemico, stare al merito degli atti, dei documenti, dei provvedimenti e su quello confrontarci», ha concluso.

«Il governo vuole avere una visione complessiva degli interventi» da attuare con i fondi europei «e capire rispetto alle diversità di rendicontazione delle risorse dei diversi programmi come distribuire le scelte in modo ordinato. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza si completa entro il 2026, la programmazione sulla Coesione si completa entro il 2029 e il fondo di Sviluppo e coesione tendenzialmente è una parte di integrazione che può essere inserito in questo contesto. Questo è il lavoro che il governo sta portando avanti e su questo lavoro ci saranno aspetti specifici di confronto con Anci, Upi, ma anche con le Regioni, con cui ho avuto già una serie di incontri, abbiamo messo in campo un lavoro importante».

AUTONOMIA, LANDINI: PREOCCUPATI PERCHÈ PROVOCA SECESSIONE

«Non bisogna stare nè tranquilli nè prudenti» sull'autonomia perché «c'è un testo che il ministro sta discutendo e ci son già provvedimenti inseriti in legge di Bilancio. Quindi bisogna essere preoccupati perché questo Paese è già abbastanza diviso e non c'è bisogno di aumentare le divisioni». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia replicando all’intervento del ministro Raffaele Fitto. «Non bisogna essere prudenti - ha aggiunto - perché la Costituzione va applicata in tutte le sue parti, a partire dai diritti fondamentali, cioè il diritto alla salute, il diritto alla conoscenza, il diritto al lavoro che debbono essere garantiti in tutti i territori a prescindere da dove le persone sono nate». «Per questo motivo - ha continuato - siamo contrari a tutto quello che abbiamo letto e sentito e pensiamo che l’autonomia che si sta predisponendo porta alla secessione e a dividere i poveri dai ricchi». «Per quello che ci riguarda, deve essere molto chiaro e lo abbiamo detto ai precedenti governi - ha concluso - oggi il problema non è l’autonomia ma garantire gli stessi livelli essenziali di prestazioni in tutto il Paese».

«Se necessario ci mobiliteremo, scenderemo in piazza perché le politiche economiche che il governo deve fare non sono quelle dell’autonomia ma le riforme di cui questo Paese ha bisogno, a partire dalla riforma fiscale, il superamento della precarietà, occorre creare investimenti per creare lavoro, e serve una crescita reale dei salari e delle pensioni». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia. Secondo Landini, bisogna «fare degli investimenti, investire sulla sanità, mettere soldi», perché «sono stati tagliati 37 miliardi in passato», e «investire nella sanità pubblica non quella privata». Occorre «fare assunzioni, garantire assistenza nel territorio e superare la precarietà, non tornare ai voucher, e stabilire dei diritti nel lavoro», ha concluso.

«Su Ilva sono necessarie due cose fondamentali: il governo la smetta di tergiversare ed entri a tutti gli effetti nel capitale azionario e prenda la maggioranza, c'erano impegni in questo senso. Secondariamente, bisogna mettere in moto una discussione vera perché vengano applicati quegli accordi che prevedevano investimenti, messa in sicurezza degli impianti e anche la qualificazione del territorio. In questi anni si è più che dimezzata la produzione, di manutenzione se ne fa sempre meno e c'è un ritardo serio degli investimenti che dovrebbero essere realizzati». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia. «Le leggi vanno rispettate, qui non è problema di avere scudi penali per qualcuno ma il problema è che ognuno debba rispettare le regole e debba fare quello che deve concretamente fare».«Il governo ha proposto di fare un accordo di programma. Noi non abbiamo nulla contro gli accordi di programma ma vorrei che fosse chiaro che prima deve avvenire la realizzazione del piano industriale e degli investimenti, e gli accordi di programma devono essere funzionali ai progetti di investimento e di rafforzamento delle attività che devono garantire salute e sicurezza. E’ questo che stiamo chiedendo».

«È ora di smetterla di continuare a dare dei contributi a pioggia, pubblici, alle imprese a prescindere da quello che fanno e da come si comportano, perché in questi anni sono stati dati un sacco di soldi pubblici: quando si danno soldi pubblici alle imprese, vuol dire che sono i soldi delle nostre tasse e, siccome le tasse in questo Paese innanzitutto le pagano i lavori dipendenti e i pensionati, più di altri, è chiaro che quando si dice diamo incentivi pubblici alle imprese, si danno soldi nostri, anche di quelli che lavorano e che fanno funzionare quelle imprese». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia. «Allora - ha proseguito - è il momento di selezionare questi contributi: bisogna darli alle imprese che fanno assunzioni a tempo indeterminato e non precarie, che tengono qui le produzioni e non le decentrano, che applicano i contratti. Quelli che non fanno queste cose i soldi pubblici non ne devono avere, anzi devono avere i controlli».

«Il 26 gennaio c'è un incontro e si discute di alternanza scuola-lavoro: credo che qualsiasi persona di buon senso capisca che non può esistere uno studente che muore sul lavoro quando deve studiare e non deve lavorare». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia. «Una delle cose che noi facciamo - ha continuato - è che oggi è il momento di superare l'obbligatorietà dell’alternanza scuola lavoro: non va fatta a tutti i costi a prescindere dai contenuti. Bisogna, dove la si fa, che sia fatta in condizioni tali che le imprese debbano avere dei tutor e avere le condizioni di poterlo fare e, per questo, c'è bisogno di intervenire e di cambiare delle cose».

«Noi stiamo insistendo perché venga introdotta la patente a punti, che vuol dire che le imprese che non rispettano le norme» sulla sicurezza «non possono partecipare agli appalti e devono essere messe nelle condizioni di non nuocere più», ha aggiunto Landini. Sulla sicurezza sul lavoro «si stanno facendo molte chiacchere e pochi fatti - ha sostenuto - perché si continua a morire, come siamo di fronte a una vera e propria strage».
«Quindi - ha continuato - è il momento di fare delle cose precise che vadano in questa direzione. Bisogna fare prevenzione, vuol dire avere delle strutture pubbliche, penso ai servizi di medicina del lavoro e agli ispettorati. In questi anni hanno tagliato miliardi e persone. Quindi la prevenzione la si fa se ci sono strutture pubbliche che sono in grado di svolgere queste funzioni. Quindi io credo ci siano delle scelte da compiere, bisogna mettere dei soldi lì, bisogna fare assunzioni e fare investimenti». «Dall’altra parte - ha aggiunto - bisogna anche muoversi perché le imprese che non rispettano le norme di sicurezza siano messe nelle condizioni di non partecipare agli appalti e siano messe nelle condizioni di non produrre: la sicurezza deve diventare non pensata e vissuta come un costo, ma deve diventare un investimento, dev'essere la carta d’identità di una impresa».

«Noi abbiamo chiesto di istituire un’Agenzia nazionale per lo sviluppo perché è il momento di fare scelte molto precise. Ad esempio, investire nel Mezzogiorno deve essere un vincolo dello Stato e delle imprese per creare lavoro». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia. «C'è bisogno di fare scelte molte precise - ha aggiunto - e il tema di avere dei sistemi produttivi che siano ambientalmente sostenibili è l'altra grande questione. Mi permetto di dire che interventi di questa natura non possono essere lasciati al mercato, ci vuole intervento pubblico e una regia pubblica».

«C'è una buona notizia: a Reggio Emilia proprio ieri sono state individuate e denunciate delle persone che in questi mesi hanno imbrattato le nostre sedi, come è avvenuto anche a Bari. Io credo che sia importante che le forze dell’ordine, che ringrazio per quello che stanno facendo, intervengano in quella direzione. Così come questi in giorni ci sono state le prime sentenze del tribunale che condannano quelli che hanno assaltato la sede della Cgil e credo che di fronte a questi atti la prima risposta è che debbano essere applicate le leggi e colpiti quelli che stanno facendo atti di questa natura». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia parlando delle minacce e scritte comparse su diverse sedi della Cgil in Italia, l'ultimo caso a Bari. «Colpire oggi una sede della Cgil - ha continuato - non vuol dire colpire un sindacato, ma le lavoratrici e i lavoratori, quelli che sono iscritti e quelli che vogliono difendere i loro diritti. Quelle sono le case dei lavoratori e, da questo punto di vista, credo che essendo un presidio di democrazia, oggi bisogna mettere, applicando rigorosamente le leggi, al sicuro il diritto di tutti di poter svolgere la propria funzione e ruolo. Nella storia del nostro Paese quando si sono cominciate ad assaltare le sedi del lavoro sono state fatte da una parte politica molto precisa. Stiamo a Bari, nel 1922 chi assaltò la sede della Cgil difesa da Di Vittorio, furono i fascisti. Chi incendiò le sedi, furono i fascisti».

MINACCE A CGIL: DIFENDERE PRESIDI DEMOCRAZIA  

«C'è una buona notizia: a Reggio Emilia proprio ieri sono state individuate e denunciate delle persone che in questi mesi hanno imbrattato le nostre sedi, come è avvenuto anche a Bari. Io credo che sia importante che le forze dell’ordine, che ringrazio per quello che stanno facendo, intervengano in quella direzione. Così come questi in giorni ci sono state le prime sentenze del tribunale che condannano quelli che hanno assaltato la sede della Cgil e credo che di fronte a questi atti la prima risposta è che debbano essere applicate le leggi e colpiti quelli che stanno facendo atti di questa natura». Lo ha detto il leader della Cgil, Maurizio Landini, a margine del congresso regionale della Cgil Puglia parlando delle minacce e scritte comparse su diverse sedi della Cgil in Italia, l'ultimo caso a Bari. «Colpire oggi una sede della Cgil - ha continuato - non vuol dire colpire un sindacato, ma le lavoratrici e i lavoratori, quelli che sono iscritti e quelli che vogliono difendere i loro diritti. Quelle sono le case dei lavoratori e, da questo punto di vista, credo che essendo un presidio di democrazia, oggi bisogna mettere, applicando rigorosamente le leggi, al sicuro il diritto di tutti di poter svolgere la propria funzione e ruolo. Nella storia del nostro Paese quando si sono cominciate ad assaltare le sedi del lavoro sono state fatte da una parte politica molto precisa. Stiamo a Bari, nel 1922 chi assaltò la sede della Cgil difesa da Di Vittorio, furono i fascisti. Chi incendiò le sedi, furono i fascisti».

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