La notizia
Ferrovie Sud-Est, via al salvataggio-bis: «Il servizio continua». La società sarà internalizzata
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato del 5 agosto che ha cancellato i 70 milioni di contributo pubblico: il risanamento attraverso un piano di soluzione della crisi
Il 31 dicembre 2024 Ferrovie Sud Est ha presentato al Tribunale di Bari domanda di concordato “in bianco” a cui seguirà, entro 120 giorni, la presentazione di un accordo con i creditori. È la conseguenza della sentenza con cui il Consiglio di Stato il 5 agosto ha dichiarato illegittimo il trasferimento della società dal ministero delle Infrastrutture al gruppo Fs, cancellando anche i 70 milioni di contributo pubblico previsti dalla Finanziaria 2016. Il risultato è l’azzeramento del patrimonio netto della società (negativo per circa 48 milioni): il gruppo Fs, che per effetto della sentenza è creditore di Fse per circa 160 milioni, ha deciso di non ricapitalizzare scegliendo la strada della procedura di regolazione della crisi.
Per i dipendenti e per i pendolari pugliesi non cambia nulla. La società continuerà a operare regolarmente in attesa della conclusione del piano e della scadenza del contratto di servizio con la Regione: nel 2026 sono infatti previste le gare per la gestione dei collegamenti su gomma, mentre per il ferro la scadenza è nel 2032. Il piano di composizione della crisi (l'incarico è stato affidato agli avvocati Andrea Zoppini e Alessandro Brudaglio) dovrebbe poi portare all’internalizzazione dei servizi attualmente svolti da Fse nelle società operative del gruppo Fs, oltre che al pagamento dei creditori commerciali al 100%. Fs valorizzerebbe insomma gli attuali asset operativi di Fse (ferro, gomma, rete) e li acquisirebbe a titolo di compensazione del proprio credito nei confronti della società.
«La decisione - è detto in una nota del gruppo Fs - si configura come la soluzione più adeguata a fronteggiare l’attuale situazione patrimoniale e a garantire al contempo la continuità operativa, la tutela del valore dell’impresa e la salvaguardia degli interessi di tutte le parti coinvolte». Fse «potrà in questo modo preservare i posti di lavoro dei propri dipendenti e l’interesse dei creditori, assicurare il regolare svolgimento del servizio di trasporto pubblico e proseguire nella realizzazione del piano di investimenti di un miliardo di euro finanziato anche con fondi Pnrr». Per Ferrovie Sud Est si tratta della seconda procedura di concordato preventivo dopo quella partita nel 2004 per fare fronte agli oltre 140 milioni di buco lasciati dalla gestione dell’ex ad Luigi Fiorillo, nei cui confronti è in corso (si attende appello) un procedimento penale per bancarotta fraudolenta.
La decisione (ampiamente annunciata nelle scorse settimane dalla Gazzetta) era stata presa nel cda del 27 dicembre, ed è stata comunicata il giorno stesso alla Regione in quanto firmataria del contratto di servizio: la Regione non intende procedere a disdirlo, nonostante la presenza di una clausola che avrebbe permesso di operare in questo senso e che avrebbe potuto favorire qualche privato interessato a subentrare nella gestione dei lucrosi servizi su gomma. Nel giorno di Capodanno i vertici di Fse hanno incontrato le organizzazioni sindacali per confermare l'avvio del procedimento di soluzione negoziata della crisi. L'azienda ha confermato che non ci sono difficoltà per il pagamento di stipendi e fornitori, e che l'attuale consiglio di amministrazione resterà in carica fino all'approvazione del bilancio 2024. La società continuerà dunque a lavorare con l'attuale management (il presidente Venerando Monello e l'ad Giorgio Botti) e con l'attuale "perimetro operativo" che include ferro, gomma e gestione della rete: non ci saranno conseguenze sugli organici né sulle selezioni di personale attualmente in corso. [m.sc.]