L'intervista

Claudio Durigon (Lega): «Non temiamo il referendum sull’autonomia differenziata»

michele de feudis

Il Sottosegretario al lavoro: sulle pensioni potenzieremo la previdenza complementare

Sottosegretario Claudio Durigon, alla vigilia di Ferragosto, l’abbiamo raggiunta in un luogo di vacanza?

«No, sono al lavoro al ministero».

Questa estate le cronache politiche registrano la grande mobilitazione delle opposizioni contro la riforma dell’autonomia differenziata. Cosa pensa di questa iniziativa?

«Una forzatura da parte delle opposizioni che non hanno ben chiara la visione di Paese. Noi, invece, siamo decisi e sicuri. Vogliamo rendere l’Italia più moderna ed efficiente. Con l’Autonomia siamo sulla strada giusta».

Per la sinistra il centrodestra «Spacca l’Italia».

«È una grande fake news raccontata da una sinistra che prima con la riforma del Titolo V ha introdotto l’Autonomia in Costituzione, poi per ragioni puramente ideologiche la contrasta».

Per il Sud?

«Sarà una grande opportunità per rilanciarsi e correre alla stessa velocità del resto del Paese. Se c’è un forte gap tra Nord e Sud non è certo colpa dell’Autonomia che ancora non esiste ma di uno status quo legato al centralismo e al sistema delle Regioni vigente».

Oltre la propaganda cosa emerge?

«Ricordo che fino a qualche anno fa i governatori di sinistra Stefano Bonaccini, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca erano favorevoli a chiedere di poter gestire direttamente alcune materie. De Luca addirittura ne discuteva con Calderoli per avere maggiori spazi di azione… Ora trionfa la demagogia, mentre nella nostra visione l’autonomia consente di responsabilizzare le classi dirigenti e dare risposte alle istanze di cittadini e territori».

Per il costituzionalista Giovanni Guzzetta i quesiti per cui la sinistra e i sindacati Cgil e Uil raccolgono le firme potrebbero non essere ammessi dalla Consulta.

«La Schlein e le opposizioni fanno una battaglia politica che non condividiamo, ma non abbiamo paura della consultazione popolare. Gli italiani rifletteranno e faranno la scelta migliore per il loro futuro».

Il governo ha aperto anche il fronte della riforma del mondo del lavoro. Quali le priorità?

«Come Lega vorremmo impostare una riforma pensionistica, da sempre cavallo di battaglia del nostro leader Matteo Salvini. Abbiamo due missioni da compiere: dare respiro al mercato del lavoro e un orizzonte di serenità ai giovani lavoratori».

Come?

«Con la legge Dini, che risale al 1996, il sistema pensionistico ha una prevalenza nel conteggio dell’assegno con il contributivo. Per questo motivo vogliamo rendere le pensioni più forti potenziando il secondo pilastro della previdenza: per evitare trattamenti da fame, vogliamo implementare la previdenza complementare, la soluzione per dare un reddito maggiore ai pensionati più fragili e per i giovani che hanno costruito il proprio percorso magari su lavori atipici o a tempo determinato”.

Si parla di “Quota 41”. Cosa si intende?

«Riguarda la flessibilità in uscita per dare garanzie ai giovani ma anche una flessibilità in uscita, compatibile con i conti dello Stato».

Le opposizioni dai tempi di quota 100 contestano chi vuole tutelare alcune categorie danneggiando i conti pubblici.

«I bilanci dell’Inps negli ultimi due anni hanno avuto un saldo attivo di 7 e 14 miliardi, ricordo con affetto chi diceva che la Lega con la famosa riforma quota 100 avrebbe messo in difficoltà il bilancio dello Stato… Sono altri i governi che hanno lasciato buchi nel bilancio statale, la stessa Fornero con le sue salvaguardie. Per noi la sostenibilità dei provvedimenti è una precondizione indispensabile per ogni scelta».

In Puglia fa discutere la interminabile querelle tra norme Ue e balneari. Come ci si orienta?

«Le imposizioni europee avvengono giornalmente, su qualsiasi tipologia di azione nazionale e intaccano gli interessi italiani. Assistiamo sulle spiagge ad una invasione di campo che rischiano di mettere in ginocchio un’intera categoria. I balneari non lavorano dodici mesi l’anno, ma solo massimo quattro mesi. Li abbiamo difesi e lo faremo ancora di più in Puglia, con il nostro attivissimo deputato Salvatore Di Mattina, supportato dal vice premier Salvini. Come governo siamo pronti a proporre una norma che dia delle risposte ai balneari e all’Ue che inopinatamente continua a porre veti».

Cosa si aspetta la Lega dalla Commissione guidata da Ursula von der Leyen?

«Nulla di buono, e per questo fin dall’inizio eravamo contrari ad un Ursula bis. I giochi di Palazzo la portano al secondo mandato, con il rafforzamento di programmi rischiosi come il Green Deal».

La transizione verde corre il rischio di desertificare le zone industriali italiane?

«Penso all’automotive, gioiello italiano, davvero penalizzato dalle nuove norme, che favoriscono soprattutto la produzione della Cina. Sul Green e anche sulle carni sintetiche registriamo un attacco alle nostre eccellenze nazionali, incluse quelle agro alimentari. L’Ue dimentica le nazioni e si piega alle lobby».

Il generale Vannacci è stato il più votato della Lega nella circoscrizione Sud alle Europee…

«Sono stato in prima linea nella nostra campagna per Bruxelles. Vannacci ha sposato le tesi della Lega. Un suo movimento autonomo? Lo stesso generale lo ha smentito: partecipa alle nostre feste, è stato a Pontida, si vuole integrare con noi, ha un rapporto eccellente con Salvini. È un valore aggiunto per il nostro movimento politico».

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