L'intervista
«Avanti con la transizione verde, ma l’Autonomia è una minaccia», l'ex ministro Giovannini oggi a Bari
«La Puglia? Può diventare un modello. Non esistono le guide tecniche dei dicasteri perché le decisioni sono sempre politiche»
BARI - È stato due volte ministro tecnico: del Lavoro, con Enrico Letta, e delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, con Mario Draghi. Eppure il titolo del suo ultimo, fortunato volume parla chiaro: I ministri tecnici non esistono (Laterza, 2023). Un paradosso, forse, ma nemmeno tanto, che apre le porte a un ragionamento a tutto campo su infrastrutture, transizione ecologica, ma soprattutto sul funzionamento dei ministeri, palazzi mai violati dagli sguardi dei profani eppure vitali per il futuro del Paese. Enrico Giovannini - ordinario di statistica, ex presidente Istat e direttore scientifico dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile - presenterà il volume questa mattina (ore 11) al Politecnico di Bari dialogando con i rettori Francesco Cupertino e Stefano Bronzini, con il governatore Michele Emiliano e il sindaco Antonio Decaro.
Professor Giovannini, inizio inevitabile: proprio lei che è stato un ministro tecnico, per due volte, perché sostiene che non esistano?
«Perché nel momento in cui si diventa ministri e si giura sulla Costituzione si è chiamati ad assumere decisioni politiche. Ma sa qual è il punto vero?»
Quale?
«La differenza tra tecnici e politici dipende non da dove vieni ma dove vai. Se un ministro tecnico decide di non candidarsi dopo la propria esperienza allora ha un grado di libertà maggiore. E poi, altro elemento, non ha uno staff che si porta dietro ma deve costruirlo da zero. Ed è una decisione importante, direi cruciale per la qualità del lavoro, come racconto nel libro»...
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