Il rito in Comune
Potenza, Pierpaolo e Nezi prima unione civile
LORENZA COLICIGNO
«In nome della legge vi dichiaro uniti civilmente»: per la prima volta a Potenza è stata pronunciata questa frase da un pubblico ufficiale, l’assessore Carmen Celi, che, con indosso la fascia tricolore, ieri mattina ha costituito ufficialmente la prima unione civile del Comune di Potenza nella splendida cornice della Sala degli Specchi del Teatro Stabile. La cerimonia con cui si sono uniti civilmente PierPaolo Gastone e Nezi Sebastiano Antonio Rocher si è̀ tenuta ieri mattina, 29 aprile 2017 alle ore 12. Hanno voluto vivere questo loro momento nella più assoluta privacy. Dal momento in cui il loro sogno si è avverato, i protagonisti hanno deciso di farne partecipe la cittadinanza.
«Da tempo – ha affermato l’assessore Celi – il nostro Paese attendeva una normativa chiara che sancisse il riconoscimento pubblico, anche sul piano giuridico, di diritti e doveri di ogni coppia che, nell’amore, nel rispetto e nel reciproco sostegno, decida di condividere la vita. La legge del 20 maggio 2016, n. 76 (cosiddetta legge Cirinnà), ha rappresentato dunque un primo passo, verso il pieno riconoscimento della molteplicità di famiglie, che di fatto sono già presenti nella nostra società. Il Comune di Potenza, peraltro, già dal settembre 2016 aveva compiuto tutte le operazioni amministrative per rendere possibile l’applicazione della legge. Per me è stato davvero, e senza alcuna retorica, - ha aggiunto Celi - un grande piacere e un vero onore costituire la prima unione civile del nostro Comune e partecipare stamattina alla festa di due persone che si amano e che hanno visto riconosciuta e costituita ufficialmente la loro unione».
La cerimonia di costituzione dell’unione civile si è̀ aperta con la lettura del comma 11 della legge 76/2016: «Con la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri; dall’unione civile deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni».
È stata poi data lettura del comma 12: «Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato». Celi ha concluso il “rito” con queste parole: «È motivo di grande orgoglio celebrare per primo un matrimonio che rappresenta una conquista di libertà̀ e di civiltà. Il matrimonio comporta diritti e doveri che insieme dovrete rispettare e di cui potrete godere. Vi auguro di continuare a volervi sempre bene».
Da oggi la Casa comunale di Potenza promette davvero d’essere la casa dei diritti e la casa di tutti. Potenza, con l’avvenimento della giornata di ieri, ha compiuto un atto concreto in direzione del rispetto di una piena parità.
Il capoluogo lucano, per altro, è una delle prime città italiane a celebrare un’unione civile. Dai giovani uniti civilmente un solo commento: «Siamo felici».