La notizia

Melfi, detenuto si suicida in carcere: sindacati reclamano interventi, a Foggia sovraffollamento del 210%

Un 25enne di nazionalità tunisina si è tolto la vita impiccandosi in cella

MELFI - Un giovane di 25 anni, di nazionalità tunisina, si è suicidato ieri sera impiccandosi in una cella del carcere di Melfi (Potenza), dove era detenuto per scontare una sentenza definitiva.
Lo ha reso noto il segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, precisando che sono 17 i detenuti che si sono tolti la vita nelle carceri italiane dall’inizio del 2025, «a cui bisogna aggiungere un operatore. La tragica media - ha aggiunto - è di un suicidio ogni quattro giorni».

«Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni hanno l’obbligo politico e morale, e probabilmente non solo, di fermare la pena di morte di fatto, che colpisce random detenuti (indipendentemente dal reato eventualmente commesso) e personale penitenziario. Servono - ha continuato De Fazio - interventi urgenti per deflazionare la densità detentiva, fatta di 16mila detenuti oltre i posti disponibili, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di 18 mila agenti, introdurre moderne tecnologie e l’intelligenza artificiale, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive». 

NEL CARCERE DI FOGGIA IL SOVRAFFOLLAMENTO SUPERA IL 210%

Sono 642 i detenuti presenti nel carcere di Foggia a fronte dei 300 posti a disposizione. Lo evidenzia in una nota il Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), spiegando che sono «quasi introvabili letti e materassi». Stando ai dati, nell’istituto penitenziario il sovraffollamento supera il 210%, contro la media regionale del 165%.

«In tante occasioni - dice il segretario nazionale, Federico Pilagatti - le più importanti cariche Istituzionali e politiche del nostro Paese hanno citato l’articolo 27 della Costituzione che prevede che 'le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannatò. Purtroppo nella pratica tutto ciò diventa aleatorio poiché a un problema di sovraffollamento effettivo delle nostre carceri si aggiunge una non corretta gestione dei detenuti sparsi nelle varie regioni». «Ci dicono - conclude - che letti, materassi e coperte siano quasi terminati». Il Sappe torna quindi a sottolineare la «necessità di interventi urgenti».

Privacy Policy Cookie Policy