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Inchiesta sulla sanità lucana, terremoto in Regione: a processo il governatore Bardi, un assessore e un parlamentare Fdi

 
Alessandro Boccia

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Alessandro Boccia

Basilicata, il cambiamento secondo Vito Bardi

Bardi, Leone e Rosa

La decisione del gup di Potenza: insieme al presidente rinviati a giudizio il senatore Gianni Rosa e Francesco Cupparo (FI)

Venerdì 08 Novembre 2024, 18:46

10 Novembre 2024, 08:11

POTENZA - Concorso in induzione a dare o promettere utilità. Con questa accusa il gup di Potenza, Francesco Valente, ha rinviato a giudizio il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi (Forza Italia) al termine dell’udienza preliminare relativa alla maxi inchiesta sulla sanità lucana. Rinviati a giudizio - la prima udienza è stata fissata per il 20 gennaio 2025 - anche altri quattro esponenti politici lucani di primo piano, all’epoca dei fatti assessori della Giunta di centrodestra: si tratta dell’attuale senatore Gianni Rosa (Fratelli d’Italia), dell’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo (Forza Italia), e degli attuali consiglieri regionali Francesco Fanelli (Lega) e Rocco Leone (Fratelli d’Italia). Per l’ex assessora Donatella Merra, invece, la totale uscita di scena dal procedimento per via dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio, unico capo di imputazione che inizialmente le veniva contestato.

Nell’udienza dello sorso mese di settembre, il pubblico ministero Vincenzo Montemurro aveva ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per quasi tutti gli imputati. L’inchiesta il 7 ottobre del 2022 portò a due arresti: in carcere finì l’allora capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, ai domiciliari l’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio.

Due i filoni principali delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza. Quello per il quale era stato chiesto il rinvio a giudizio di Bardi, rieletto la scorsa estate alla guida della Regione, riguarda il cambio al vertice dell’Azienda ospedaliera «San Carlo» di Potenza. Secondo l’ipotesi accusatoria l’obiettivo era costringere alle dimissioni l’allora direttore generale, Massimo Barresi, che con la sua denuncia aveva dato il via alle indagini, anche attraverso un taglio di 12 milioni all’azienda sanitaria stessa. L’altro filone ha riguardato il presunto «mercimonio politico-elettorale» a Lagonegro in occasione delle elezioni del 2020.

In totale il gup del capoluogo lucano, Francesco Valente, ha rinviato a giudizio 19 persone, mentre per altre cinque è stato disposto il non luogo a procedere. Con il rito abbreviato, invece, ne sono state assolte altre tre: l’attuale direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera (subentrato proprio a Barresi), l’ex dirigente dell’Ufficio legislativo e della segreteria della Giunta regionale della Basilicata, Antonio Ferrara e l’imprenditore Antonello Canonico.

Secondo l’accusa della Dda di Potenza guidata da Francesco Curcio, che ha coordinato le indagini di polizia e carabinieri, Barresi sarebbe finito nel mirino per «non essersi adeguato alle richieste indebite e talora illecite e o clientelari di rappresentati della giunta regionale ovvero di esponenti politici della maggioranza che esprimeva la giunta» (quella precedente). Tra gli atti contestati c’è la delibera di giunta regionale 438 del 2 luglio 2020 sul riparto definitivo del fondo sanitario 2019, «con la quale veniva applicata, in dispregio della pregressa nota programmatica di bilancio - scrive la Procura -, una immotivata e strumentale (per indurlo alle dimissioni) riduzione del fondo indistinto sanità di circa 10.439 milioni di euro all’Ospedale San Carlo di cui non si rilevava giustificazione o suffragio in criteri oggettivi». Lo scopo sarebbe stato - sempre secondo l’accusa - di «mettere il Barresi in eccezionale difficoltà se non nella sostanziale impossibilità di raggiungere i risultati di gestione che doveva conseguire con il connesso rischio di essere esposto, in ragione di tale carenza di fondi ad un fallimento professionale e gestionale».

BARDI: CONFIDO IN RAPIDA RISOLUZIONE

«La Giunta ed io siamo pienamente fiduciosi in una rapida risoluzione della vicenda, con il riconoscimento della legittimità del nostro operato». Così, attraverso l’ufficio stampa della Giunta lucana, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi (Forza Italia), riferendosi al rinvio a giudizio nei suoi confronti, deciso ieri sera dal gup di Potenza nell’ambito di un’inchiesta del 2022 sulla sanità lucana. Come Bardi, sono stati rinviati a giudizio quattro assessori lucani in carica all’epoca dei fatti contestati: il senatore Gianni Rosa (Fratelli d’Italia), l’assessore regionale alle Attività produttive, Francesco Cupparo (Forza Italia) e i consiglieri regionali Francesco Fanelli (Lega) e Rocco Leone (Fratelli d’Italia).

«Ricordo, infatti, che - ha aggiunto il governatore lucano - si tratta di programmazione finanziaria e conseguente riparto delle risorse finanziarie alle Aziende sanitarie, programmazione che, come è noto, è di competenza esclusiva del Dipartimento salute e di cui la Giunta regionale si limita a prendere atto, cosa che è stata fatta. Una programmazione, peraltro, già riconosciuta corretta in sede di approvazione e successiva verifica del bilancio. Continuiamo a lavorare con l’impegno di sempre nell’esclusivo interesse dei lucani», ha concluso Bardi.

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