TRANSIZIONE ENERGETICA
Potenza, un convegno al Campus dell’Università della Basilicata per il rilancio della figura del geologo
Il geologo è una figura centrale di ciò che sta avvenendo nel pianeta, sempre più condizionato dal cambiamento climatico con eventi estremi e calamità di varia natura
POTENZA - Il geologo è una figura centrale di ciò che sta avvenendo nel pianeta, sempre più condizionato dal cambiamento climatico con eventi estremi e calamità di varia natura, e in tema di transizione ecologica. Basti pensare alle attività di prevenzione e gestione del rischio – nate proprio in occasione del terremoto 1980 in Basilicata – oggi portate avanti insieme alle altre professioni tecniche e mediante l‘impiego di strumenti tecnologici all’avanguardia, dove è più che mai necessario un approccio “olistico” alla materia, ovvero totalizzante, da condurre insieme alle altre professioni tecniche.
Delle “nuove frontiere” future si è discusso nel convegno al Campus dell’Università della Basilicata a Potenza, promosso dal corso di laurea in Scienze Geologiche presso l’ateneo, l’Ordine regionale dei Geologi della Basilicata e la SIGEA-APS, società nazionale con lo scopo di favorire il progresso e le conoscenze scientifiche della geologia ambientale. Emersa, a più voci, la forte richiesta lavorativa in questo campo, attualmente non soddisfatta dal numero dei laureati provenienti dalle università, compresa quella lucana dove vi sono appena 5 iscritti che frequentano il primo anno. Esigenza di promuove, mediante una diversa narrazione, il ruolo del geologo tra gli studenti delle scuole superiori e nella società per garantire a livello locale e non solo le figure altamente specializzate. “Si va dal tema della transizione energetica alla gestione del territorio, attività ben retribuite – afferma Mario Bentivenga, docente di geomorfologia al Dip. Scienze Unibas. È un lavoro affascinante che si confronta con il progetto strumentale ma non rinnega la base, fatta di sopralluoghi all’aperto e scelta nei laboratori. Paradosso, ingiustificato, vi è forte domanda di enti pubblici e privati ma l’offerta di geologi è bassa in tutta Italia”. Perché? “Si guarda troppo alle materie del biologico riferite a medicina, poi delusi dal mancato ingresso ai corsi. Importanti carriere hanno visto studenti lucani di geologia raggiungere livelli apicali in multinazionali come TotalEnergies o la Protezione Civile”. Durante i lavori si è parlato del progetto CARG, nato negli anni 80’ e rifinanziato nel 2019, che prevede la realizzazione digitale di 636 fogli geologici e geotematici dell’Italia in scala 1:50.000. Qui i geologi sono protagonisti. “È la professione del futuro – ha detto il presidente regionale dei Geologi, Leonardo Disummo - e lavorare in Basilicata, terra di continue scoperte, è l’ideale”.
“Qui una buona pratica – ha aggiunto il presidente nazionale, Arcangelo Francesco Violo - dove monitoraggio e presidio vanno sempre più implementati”.
Un contributo esperienziale è arrivato da Titti Postiglione, vice capo Dipartimento della Protezione Civile, riferito all’importanza di catturare l’attenzione dei giovani. “I temi della sicurezza sono centrali nella vita delle comunità. Non solo emergenza, vedi il recente bradisismo dei Campi Flgrei nel napoletano, ma il geologo deve essere impiegato nella previsione, ovvero valutare scenari sui fenomeni naturali”.